Il mondo delle api. E di mia madre.
Dunque... vediamo da dove incominciare ...devo pescare nei cassetti della memoria...Un'arnia,ovvero una casetta delle api,contiene di solito 60/70.000 api.Ognuna di esse ha un ruolo,ovvero una mansione.Ci sono le api pulitrici,o spazzine,che hanno appunto il compito di tenere pulito l'interno della casa,sopratutto le celle dove verranno depositate le uova dalla regina (la quale ,dopo aver ben ispezionato potrebbe anche rifiutarsi di ovideporre !) Ci sono le api nutrici,che hanno la mansione di nutrire la covata con nettare,polline e pappa reale.Seguono le api magazziniere che hanno il ruolo di aiutare a scaricare dalle zampette delle api bottinatrici il polline che portano man mano nell'alveare e di stivarlo nelle celle,le api guardiane che hanno il compito di stare sulla "porta " per controllare se le api che entrano appartengano proprio a quella famiglia-lo sentono dall'odore-viceversa pungeranno l'intruso,le api esploratrici che volando lontano dall'arnia riescono a localizzare le risorse di polline passando poi l'informazione alle api bottinatrici -quest'ultime possono arrivare a trasportare addirittura fino all'85 % del loro peso.Mi dimenticavo : il controllo della temperatura dell'arnia è una della mansioni più importanti. : quando la temperatura è bassa ,un gruppo di api si appresta a generare calore,e quando è alta,alcune api ventilano con le lo loro ali per far circolare l'aria .,perchè la covata richiede una temperatura costante di 35 gradi.E quanto vivono queste creaturine che appartengono al mondo delle api operaie che cominciano a lavorare da quando larve diventano api ? Ve lo dico subito: vivono esattamente 63 giorni :21 sotto forma di larve ,21 giorni come api "di casa" e 21 come api di campo.Nel senso che prima di diventare bottinatrici devono aver svolto all'interno tutti gli altri compiti.Altra cosa importante : quali sono gli "strumenti " di cui è dotata un'ape per bottinare ? sotto le zampette ha due sacche che servono per raccogliere il polline dei petali di un fiore mentre il muso possiede una piccola proboscide,chiamata ligula,con cui succhia il nettare-la parte liquida - dello stesso fiore.
Diverso è invece il modo di vivere dell'ape regina.Innanzitutto le sue dimensioni sono diverse dalle quelle comuni : ha un addome allungato,perchè in effetti lei è stata cresciuta in una cella appunto allungata,cioè una cella reale.,ed è nutrita esclusivamente con pappa reale al fine di renderla sessualmente matura.Ma di api regine,ogni colonia ne fa crescere almeno cinque o sei. Queste,giunte alla giusta crescita,faranno un "guerra" tra loro,e la vincitrice,cioè la più forte,avrà il diritto di fare il volo nuziale par accoppiarsi col fuco che riuscirà a volare più in alto.Una regina può vivere al massimo 3 anni ,perchè poi la sua funzione di deporre si indebolirà o verrà meno. Quindi la sua sostituzione.sarà ovvia , o per mano delle sue api che la uccideranno saltandole addosso in gran numero fino a soffocarla,dando così spazio alla nuova regina,oppure quella vecchia deciderà di andarsene molto prima sciamando,cioè allontanandosi dalla sua colonia,portandosi dietro un gran numero di fedelissime.Succederà così che la vecchia famiglia si divida in due:La vecchia e la nuova.E gli apicoltori,dopo aver localizzato il luogo dello sciame,e averlo affumicato con l'apposito affumicatoio,in modo tale che tutte le api " si rinbanbiscano", possono optare per due soluzioni : o individuare la vecchia regina,e ucciderla,riportando le vecchie api-che di solito si sono posizionate a grappolo-nella casa vecchia casa. , oppure lasciare viva la vecchia regina e offrire a lei e al suo seguito una nuova casa,cioè una nuova arnia.-questo ovviamente per perpetuare la specie.E chi sono i fuchi ? Sono i maschi delle api.Essi nascono da uova non fecondate dall'ape regina.Il loro corpo è grosso e coperto di peli e non possiedono pungiglione nè fibula..All'interno della famiglia collaborano all'allevamento delle larve,scaldando la covata ,,ma la loro funzione essenziale è appunto quello di fecondare la regina.
Ecco : queste sono le cose che ho imparato da mia madre,( a dir la verità sono andata a cuccare nel suo manuale che tengo gelosamente custodito) che trasferitasi ad abitare in una casa sua con bel pezzo di giardino-era l'anno 57-pensò di "metter su "un allevamento di api,cioè diventare appunto apicoltrice.Lo spazio adatto a a tale scopo fu individuato nel terreno a nord della casa,in modo tale che le sue creature non venissero disturbate da nessuno e viceversa che nessuno si potesse mettere in pericolo con la puntura di un'ape.: in pratica bisognava girare al largo !
Cominciò con due arnie,poi con quattro poi con sei fino ad arrivare a otto.Ognuna di queste era stata dipinta con un colore diverso,giallo,azzurro,verde,rosso,bianco...perchè secondo lei le inquiline avrebbero individuato meglio la loro casa ! E queste non solo ricoscevano la casa ma riconoscevano pure la padrona ! Perchè ,- e qui non dico bugie-mia madre ha lavorato dietro alle api indossando solo la maschera reticolata senza guanti,e non è stata mai,dico mai,punta da un'ape : loro distinguevano il suo odore.! Mentre mio padre,bastava si avvicinasse alla postazione che subito si trovava con una nuvola di api addosso-ma lui era ben bardato : tuta da metalmeccanico di tela grossa,guanti e cappello reticolato-.
Mia madre amava molto le sue creature.Mi ricordo che in primavera,se faceva ancora freddo,le prime api che si avventuravano fuori dall'arnia-perchè in inverno non si muovono dalla casa-spesso cadevano a terra tramortite ,in pratica congelate.Lei prendeva un cestino,le raccoglieva una a una e le portava nella stanza-guardaroba -la meno frequentata dal resto della famiglia-del suo appartamento.Posava il cestino vicino al termosifone e apriva metà finestra : ebbene queste in poco tempo "risuscitavano" e prendevano il volo uscendo appunto dalla finestra.Il miele che otto arnie producevano era tanto,e quindi quando arrivava il momento-dopo aver controllato- scoperchiando l'arnia,-se i telai erano saturi di miele,bisognava procedere alla "smielatura".Questo era l'unica occasione in cui anche noi figlie-io e mia sorella-potevano prendere parte alla missione-api.La cantina-molto grande che dava direttamente sulla parte posteriore del giardino-diventava per qualche giorno un laboratorio.Veniva messo in campo lo smielatore,un marchingegno che funzionava così : era una grande vasca di zinco rotonda appoggiata in obliquo, con all'interno un attrezzo su cui si agganciavano quattro telai alla volta,colmi di miele.Quest'ultimo era collegato a una grossa manovella,e girando questa si muovevano velocemente anche i telai,che per la forza centrifuga,facevano uscire tutto il loro contenuto contro le pareti della vasca.Questa era munita di un pisciatoio,da cui sgorgava appunto il miele,e sotto di esso mettevamo per raccoglierlo, un secchio alla volta. Questo veniva poi filtrato-perchè nell'operazione,dai telai si staccavano spesso dei pezzi di cera -e deposto nei vasi di vetro-da mezzo kilo o da un kilo-.Ecco.Le cose che a noi due bambine-di 8 e 10 anni-veniva concesso erano tre : girare la manovella-e bisognava farlo con grande forza- raccoglierlo con mestoli appositi (dopo che era stato filtrato) e metterlo nei vasetti ,( la sera eravamo impiastricciate di miele fino ai capelli! ) e poi attaccare sopra a ognuno l'etichetta "Miele di primavera" o "Miele d'autunno" a seconda dei casi.(La scrittura era delegata a mio padre che aveva una grafia molto elegante).E quale era la differenza tra i due ? Il primo era di un bel giallino ambrato e veniva "creato "coi fiori appunto della primavera tipo acacia, il secondo marron scuro,"creato" invece coi fiori della tarda estate,tipo castagno.(di tutti questi vasetti,alcuni rimanevano a noi o costituivano il regalo di Natale per i nostri amici,il resto veniva venduto a un negozio di specialità trentine ).
E dove andavano a prenderlo questo polline se noi abitavamo in città ? Le creaturine volavano fino ai boschi circostanti,posizionati sui 700 mt,boschi lontani da noi,in linea d'aria,almeno 5/6 km.Pensate:Un volo che durava un'ora per andare a riempirsi le zampette di polline,entrare nell'arnia,depositarlo e poi via di nuovo ! Una follia ! Ma si sa che ogni animale nasce con un istinto preciso nel suo dna. A tale proposito voglio raccontarvi un 'esperimento escogitato da mia madre e dai suoi amici-colleghi apicoltori per scoprire quanti giri al giorno riusciva a a compiere un'ape,per andare a bottinare il polline dei castagni del bosco sito in zona san Pietro (sopra al lago di Tenno),zona lontana da noi sempre in linea d'aria,almeno 7 Km.Vennero"affumicate" circa 200 api,che come ho già detto,dopo quest'operazione diventano innocue ,in pratica sembrano quasi morte per cinque minuti. Depositate su un lenzuolo steso in giardino,e poi prese in mano una a una per dipingere con un pennello piccolissimo, intinto in un colore ad acqua,sulle loro ali un cerchiettino azzurro.-intervento eseguito naturalmente dalle mani di apicoltori esperti- ( ci provai anch'io ma presi una bella sberla sulle mani e fui allontanata : avevo colorato un'ape di blu interamente,in pratica l'avevo annegata ! ).Riavutesi-si può dire così ?-questi insetti prendevano il volo verso nord in direzione appunto di S.Pietro.Qui si era collocata una postazione di altri apicoltori,che segnavano l'arrivo delle api contrassegnate dal bollino azzurro.Arrivavano,bottinavano e partivano...arrivavano bottinavano e partivano...Dunque si scoprì che la stessa ape in un giorno era riuscita a fare ben 5 giri fino lassù,in pratica in un giorno si era spupazzata 70 Km .(non chiedetemi come si faceva a capire che l'ape appena giunta era quella che era arrivata due ore prima...non lo so e non lo saprò mai !
E fu dopo questo esperimento che mia madre ebbe una folgorazione ! Perchè,in estate, non trasferire direttamente in S:Pietro, le arnie ? Le api si sarebbero affaticate di meno ! Detto fatto. ! Fu preso un camioncino in affitto,chiuse le porte d'entrata delle arnie con degli stracci,caricate le casette e via verso S.Pietro. Aveva ricevuto il permesso di posizionarle in un campo di un contadino che conosceva.E qui le sue api bottinarono a piene mani,cioè a piene zampe.! I Il miele di quell'anno risultò succulento !! Questo trasloco estivo durò qualche anno fino a che quel prato venne venduto.Però mi ricordo di un trasferimento particolare. .E quella volta fu terribile.Perchè il signor Franco che era appunto alla guida del camioncino,arrivato sull'ultima curva verso il paese di Tenno, trovandosi davanti un grande sasso che era caduto dal bordo della strada,diede una frenata violenta : così un'arnia andò a sbattere contro un'altra facendo fuoriuscire da una casetta lo straccio....le api uscirono immediatamente svolazzando impazzite per tutto l'interno...il signor Franco bloccò la macchina lì dov'era e scese immediatamente urlando furibondo seguito da una nuvola di api Era terrorizzato: aveva api addosso dappertutto.Per fortuna intervennero subito i padroni del bar " Alla Croce" che lo portarono al pronto soccorso.E per far sì che l'auto potesse essere spostata dalla strada furono chiamati i pompieri di Riva,che ben bardati ,introducendo fumo a manetta nell'abitacolo,"rincoglionirono "tutte le api,che poterono proseguire tranquille il loro viaggio verso il bosco dei castagni.
Questa sana passione di mia madre durò per almeno 25 anni,fino a che nel grande campo confinante a nord col nostro giardino,prima coltivato a pesche,dove i nostri insetti andavano a fare tranquillamente man bassa, venne costruito un albergo.Non era più il caso di tenere le api,che avrebbero senz'altro potuto costituire un pericolo per i clienti. .Così cedette tutte le sue casette colorate,api comprese, all'amico "aiutante di seconda" Romano che abitava proprio al lago di Tenno,.delle quali adesso si occupa con altrettanta dedizione la figlia Flavia.
Mia madre non volle più parlare di api-di cui aveva sempre molta nostalgia-ma una volta fece un'eccezione:
venne a raccontare a scuola la Storia delle api ai miei ragazzi,che mai vidi così attenti come in quell'ora.
PS: dedico questo pezzo a Tosca,Nathy e Richy i nipoti di Bruna che mi ha chiesto di scrivere qualcosa da leggere loro prima di andare a letto.
lunedì 24 giugno 2013
lunedì 10 giugno 2013
I casi del destino........
I casi del destino........
Due anni fa organizzammo un viaggio in compagnia di una coppia di amici inglesi-che naturalmente conoscevano un pò d'italiano- a Roma,città che loro non avevano mai visto (mentre io in sei gite scolastiche l'avevo quasi imparata a memoria) .Dove andare ad alloggiare ? Loro volevano stare in zona Vaticano.Mi venne in mente che potevo chiedere indicazioni a Bianchini,mio collega di scuola,insegnante di storia dell'arte,che era colui che di solito ci accompagnava a Roma. Mi suggerì di telefonare a un B&B proprio in zona S.Pietro.Si chiamava Dietro le Mura del Vaticano ed era gestito dalle Piccole Suore della Sacra Famiglia.Chiamai : mi rispose la Superiora in persona,certa S. Gianlaura,.La prenotazione era di cinque giorni a partire da Santo Stefano e mi disse che in quel momento di stanze libere ce n'era una sola,di ritelefonare il giorno successivo.Gli dissi il mio nome e cognome e cioè Flavia Fioriolli. Seguì un momento di silenzio...e poi mi disse :" ma Flavia di Riva del Garda ?"
Rimasi ammutolita : che fosse una veggente? Risposi di sì.Ma come faceva a saperlo?.Si mise a ridere. "Ma tu non sai con chi stai parlando ". "Certo che no"."Ma tu non sei stata in collegio -il Seghetti per la precisione-a Verona a fare le superiori ?" "Sì e allora ?" "E come si chiamava la tua insegnate di lettere?" "Suor Gianlaura ". "Ebbene sono io!".Non ci potevo credere. Questa suora si ricordava di me Ed erano passati 48 anni.Vi rendete conto 48 anni ! "E poi l'anno successivo venne pure tua sorella Licia."Pure di mia sorella si ricordava ..(potenza della memoria umana ! ).Ma se è per quello mi ricordavo anch'io qualcosa: della prova di latino in cui avevo preso tre,dicasi tre,perchè avevo passato il tema a due compagne di classe.Così venne fuori anche la seconda stanza,perchè avrebbe trasferito una coppia nella pensione delle Suore Spagnole lì vicino. Questo comunque era un vero caso del destino ! Andare a Roma,cercare un B&B e beccare come direttrice dell'alloggio una mia vecchia insegnante ! Roba da pazzi !
Giungemmo a Roma il 26 dicembre verso sera,come previsto.Appena entrata dalla porta,mi venne incontro proprio lei: una suorina di 45 Kili ,perfettamente uguale a come l'avevo conosciuta io nel 65.Mi emozionai e l'alzai in alto con le braccia,cosa che la spaventò un poco.Ci sistemò nelle stanze,erano spartane ma accoglienti.Dalla mia camera potevo vedere il cupolone e le finestre posteriori dell'appartamento del papa.
La meta del nostro primo giorno erano i musei Vaticani .Uscimmo dal cancello che erano le nove e davanti ai nostri occhi comparve una visione furibonda :c'erano più di 1000 persone,tutte composte in una fila ordinata e silenziosa che aspettavano di accedere alla biglietteria.Tornai indietro subito come un razzo e andai a cercare S Gianlaura.Lei poteva aiutarci ? "Aspettatemi,prendo il mantello".Attraversammo la strada e ci accorgemmo che con la mano fece uno strano cenno all'uomo in divisa blu che stava all'ingresso.Ci avvicinammo alla passerella : lei fece tre bussi a una porticina posta accanto a quella principale: ci aperse una signora pure lei in divisa blu."Seguitemi".Ci trovavamo proprio davanti alla biglietteria. !.I nostri amici inglesi erano fuori di testa : mai e poi mai sarebbe potuta accadere una cosa del genere al loro paese (erano anche un pò seccati !).La visita durò parecchie ore,ed io alla fine ero esausta: non ne potevo più di quei "Beautiful"!" e "Wonderful"! Ci spostammo poi nella Chiesa di S Pietro,e salimmo anche sul loggione superiore esterno.Era già tardi ,ma vedere Castel sant'Angelo tutto illuminato di sera era una cosa che sapeva di magia. .Il mattino successivo ci sciroppammo Piazza Navona,il Pantheon,la Fontana di Trevi-,dove ovviamente ognuno di noi buttò una monetina con le spalle girate,-Piazza della Repubblica,la Basilica di Santa Maria degli Angeli,piazza Venezia ,l' Altare della Patria.Il pomeriggio altro tour de force: il Campidoglio,i Fori Romani in cui i nostri amici scattarono un milione di foto,il Colosseo,la chiesa di s.Giovanni in Laterano,e dulcis in fundo ci portammo fino alle Terme di Caracalla.Eravamo stravolti , anzi stravoltissimi :avevamo camminato per circa sette ore ! Ma ci aspettava una luculliana cenetta.Io e mio marito quando siamo a Roma non possiamo non andare al ristorante "Al matriciano",situato proprio in zona Vaticano,dove si possono mangiare le specialità romane: carciofi alla Giudia,e un abbacchio al forno coi controfiocchi.Avevamo prenotato lì e avevamo invitato anche s.Gianlaura,che dopo aver chiesto mille permessi-anche se era una superiora-acconsentì.Prendemmo posto,mangiammo e ridemmo di gusto. Eravamo arrivati al dolce-panna cotta con frutti di bosco per tutti-quando vidi un signore alzarsi e venire verso il nostro tavolo.E quando fu vicino diede una bella paccata sulle spalle al nostro amico inglese.My god,mi dissi,ma chi è questo burino ? Scoprimmo subito l'arcano : era un collega del nostro amico Ian Hutchins.
Quest'ultimo è un professore di fisica presso 'l 'università di Cambridge e l'altro,tale Robin, un prof di chimica .Ma era mai possibile che due colleghi inglesi si trovassero a Roma nello stesso giorno nelle stesso ristorante alla stessa ora !? Questo era un'altro bel caso del destino,se non sbaglio ! Robin e sua moglie si accomodarono al nostro tavolo e per onorare l'incontro ci ubriacammo o quasi con un degno Ferrari. Il giorno dopo ce la prendemmo con calma : Piazza di Spagna ,Via Condotti con sosta obbligatoria al Caffè Greco dove ci strafogammo di cioccolato con la panna,di pastine e torroncini ,via Borgognona,Via Frattina,dove finalmente ci lustrammo gli occhi con le vetrine dei negozi addobbati a Natale.(io comprai un berrettocappello con una rosa in parte e la mia amica Jennj un portafoglio a pois) E quindi lunga scarpinata per raggiungere il quartiere di Transtevere.Ci arrivammo che erano le cinque e quindi non-visita alla chiesa di S.Maria perchè era già chiusa.Dovevamo cenare e io per fare la grande,proposi di andare "Al rugantino",ristorante famoso frequentato dalla gente del cinema durante la Dolce Vita.Ebbene mangiammo da schifo,anzi da schifissimo, e poi capimmo il perchè: scorgemmo in cucina un cuoco pakistano !
Il mattino dopo,saliti nella terrazza coperta (da vetri)dove si faceva colazione,notammo subito sopra i nostri tovaglioli delle buste arancioni. Che fosse il conto del soggiorno? Le aprimmo: dentro c'era un cartoncino : .il biglietto d'entrata per l'udienza al Papa,regalo per noi da parte di Suor Ganlaura.Avevamo mezzora di tempo per raggiungere la Sala delle Udienze Paolo VI,ma non era molto lontana,bastava attraversare piazza san Pietro e infilarsi nel vicoletto a sinistra,percorso copribile in un quarto d'ora.Mollammo lì thè,caffelatte,fette imburrate e come le schegge raggiungemmo il posto.Non sto qui a raccontare i canti eseguiti da un gruppo argentino,da un gruppo statunitense,da un gruppo messicano,da un gruppo unghesere e infine da un gruppo tedesco,il più gradito al papa penso, visto che Sua Eminenza era Joseph Ratzingher.Il discorso che tenne in italiano a dir la verità fu un pò noioso-era incentrato sul pensiero di un filosofo francese-ma noi eravamo contenti,.Stavamo seduti pur davanti a un papa ! E ci beccammo anche una sacra benedizione ! Nell'uscita ci fu una certa ressa:così noi ci mettemmo tranquilli per dare spazio a chi aveva fretta..E chi vidi passare davanti a me ? Una ventina di persone di Riva del Garda che erano venute a Roma per l'udienza del papa ! Che fosse un'altro caso del destino ?...no,questo forse era un pò.banale...
PS : questa è una storia vera..
Due anni fa organizzammo un viaggio in compagnia di una coppia di amici inglesi-che naturalmente conoscevano un pò d'italiano- a Roma,città che loro non avevano mai visto (mentre io in sei gite scolastiche l'avevo quasi imparata a memoria) .Dove andare ad alloggiare ? Loro volevano stare in zona Vaticano.Mi venne in mente che potevo chiedere indicazioni a Bianchini,mio collega di scuola,insegnante di storia dell'arte,che era colui che di solito ci accompagnava a Roma. Mi suggerì di telefonare a un B&B proprio in zona S.Pietro.Si chiamava Dietro le Mura del Vaticano ed era gestito dalle Piccole Suore della Sacra Famiglia.Chiamai : mi rispose la Superiora in persona,certa S. Gianlaura,.La prenotazione era di cinque giorni a partire da Santo Stefano e mi disse che in quel momento di stanze libere ce n'era una sola,di ritelefonare il giorno successivo.Gli dissi il mio nome e cognome e cioè Flavia Fioriolli. Seguì un momento di silenzio...e poi mi disse :" ma Flavia di Riva del Garda ?"
Rimasi ammutolita : che fosse una veggente? Risposi di sì.Ma come faceva a saperlo?.Si mise a ridere. "Ma tu non sai con chi stai parlando ". "Certo che no"."Ma tu non sei stata in collegio -il Seghetti per la precisione-a Verona a fare le superiori ?" "Sì e allora ?" "E come si chiamava la tua insegnate di lettere?" "Suor Gianlaura ". "Ebbene sono io!".Non ci potevo credere. Questa suora si ricordava di me Ed erano passati 48 anni.Vi rendete conto 48 anni ! "E poi l'anno successivo venne pure tua sorella Licia."Pure di mia sorella si ricordava ..(potenza della memoria umana ! ).Ma se è per quello mi ricordavo anch'io qualcosa: della prova di latino in cui avevo preso tre,dicasi tre,perchè avevo passato il tema a due compagne di classe.Così venne fuori anche la seconda stanza,perchè avrebbe trasferito una coppia nella pensione delle Suore Spagnole lì vicino. Questo comunque era un vero caso del destino ! Andare a Roma,cercare un B&B e beccare come direttrice dell'alloggio una mia vecchia insegnante ! Roba da pazzi !
Giungemmo a Roma il 26 dicembre verso sera,come previsto.Appena entrata dalla porta,mi venne incontro proprio lei: una suorina di 45 Kili ,perfettamente uguale a come l'avevo conosciuta io nel 65.Mi emozionai e l'alzai in alto con le braccia,cosa che la spaventò un poco.Ci sistemò nelle stanze,erano spartane ma accoglienti.Dalla mia camera potevo vedere il cupolone e le finestre posteriori dell'appartamento del papa.
La meta del nostro primo giorno erano i musei Vaticani .Uscimmo dal cancello che erano le nove e davanti ai nostri occhi comparve una visione furibonda :c'erano più di 1000 persone,tutte composte in una fila ordinata e silenziosa che aspettavano di accedere alla biglietteria.Tornai indietro subito come un razzo e andai a cercare S Gianlaura.Lei poteva aiutarci ? "Aspettatemi,prendo il mantello".Attraversammo la strada e ci accorgemmo che con la mano fece uno strano cenno all'uomo in divisa blu che stava all'ingresso.Ci avvicinammo alla passerella : lei fece tre bussi a una porticina posta accanto a quella principale: ci aperse una signora pure lei in divisa blu."Seguitemi".Ci trovavamo proprio davanti alla biglietteria. !.I nostri amici inglesi erano fuori di testa : mai e poi mai sarebbe potuta accadere una cosa del genere al loro paese (erano anche un pò seccati !).La visita durò parecchie ore,ed io alla fine ero esausta: non ne potevo più di quei "Beautiful"!" e "Wonderful"! Ci spostammo poi nella Chiesa di S Pietro,e salimmo anche sul loggione superiore esterno.Era già tardi ,ma vedere Castel sant'Angelo tutto illuminato di sera era una cosa che sapeva di magia. .Il mattino successivo ci sciroppammo Piazza Navona,il Pantheon,la Fontana di Trevi-,dove ovviamente ognuno di noi buttò una monetina con le spalle girate,-Piazza della Repubblica,la Basilica di Santa Maria degli Angeli,piazza Venezia ,l' Altare della Patria.Il pomeriggio altro tour de force: il Campidoglio,i Fori Romani in cui i nostri amici scattarono un milione di foto,il Colosseo,la chiesa di s.Giovanni in Laterano,e dulcis in fundo ci portammo fino alle Terme di Caracalla.Eravamo stravolti , anzi stravoltissimi :avevamo camminato per circa sette ore ! Ma ci aspettava una luculliana cenetta.Io e mio marito quando siamo a Roma non possiamo non andare al ristorante "Al matriciano",situato proprio in zona Vaticano,dove si possono mangiare le specialità romane: carciofi alla Giudia,e un abbacchio al forno coi controfiocchi.Avevamo prenotato lì e avevamo invitato anche s.Gianlaura,che dopo aver chiesto mille permessi-anche se era una superiora-acconsentì.Prendemmo posto,mangiammo e ridemmo di gusto. Eravamo arrivati al dolce-panna cotta con frutti di bosco per tutti-quando vidi un signore alzarsi e venire verso il nostro tavolo.E quando fu vicino diede una bella paccata sulle spalle al nostro amico inglese.My god,mi dissi,ma chi è questo burino ? Scoprimmo subito l'arcano : era un collega del nostro amico Ian Hutchins.
Quest'ultimo è un professore di fisica presso 'l 'università di Cambridge e l'altro,tale Robin, un prof di chimica .Ma era mai possibile che due colleghi inglesi si trovassero a Roma nello stesso giorno nelle stesso ristorante alla stessa ora !? Questo era un'altro bel caso del destino,se non sbaglio ! Robin e sua moglie si accomodarono al nostro tavolo e per onorare l'incontro ci ubriacammo o quasi con un degno Ferrari. Il giorno dopo ce la prendemmo con calma : Piazza di Spagna ,Via Condotti con sosta obbligatoria al Caffè Greco dove ci strafogammo di cioccolato con la panna,di pastine e torroncini ,via Borgognona,Via Frattina,dove finalmente ci lustrammo gli occhi con le vetrine dei negozi addobbati a Natale.(io comprai un berrettocappello con una rosa in parte e la mia amica Jennj un portafoglio a pois) E quindi lunga scarpinata per raggiungere il quartiere di Transtevere.Ci arrivammo che erano le cinque e quindi non-visita alla chiesa di S.Maria perchè era già chiusa.Dovevamo cenare e io per fare la grande,proposi di andare "Al rugantino",ristorante famoso frequentato dalla gente del cinema durante la Dolce Vita.Ebbene mangiammo da schifo,anzi da schifissimo, e poi capimmo il perchè: scorgemmo in cucina un cuoco pakistano !
Il mattino dopo,saliti nella terrazza coperta (da vetri)dove si faceva colazione,notammo subito sopra i nostri tovaglioli delle buste arancioni. Che fosse il conto del soggiorno? Le aprimmo: dentro c'era un cartoncino : .il biglietto d'entrata per l'udienza al Papa,regalo per noi da parte di Suor Ganlaura.Avevamo mezzora di tempo per raggiungere la Sala delle Udienze Paolo VI,ma non era molto lontana,bastava attraversare piazza san Pietro e infilarsi nel vicoletto a sinistra,percorso copribile in un quarto d'ora.Mollammo lì thè,caffelatte,fette imburrate e come le schegge raggiungemmo il posto.Non sto qui a raccontare i canti eseguiti da un gruppo argentino,da un gruppo statunitense,da un gruppo messicano,da un gruppo unghesere e infine da un gruppo tedesco,il più gradito al papa penso, visto che Sua Eminenza era Joseph Ratzingher.Il discorso che tenne in italiano a dir la verità fu un pò noioso-era incentrato sul pensiero di un filosofo francese-ma noi eravamo contenti,.Stavamo seduti pur davanti a un papa ! E ci beccammo anche una sacra benedizione ! Nell'uscita ci fu una certa ressa:così noi ci mettemmo tranquilli per dare spazio a chi aveva fretta..E chi vidi passare davanti a me ? Una ventina di persone di Riva del Garda che erano venute a Roma per l'udienza del papa ! Che fosse un'altro caso del destino ?...no,questo forse era un pò.banale...
PS : questa è una storia vera..
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