domenica 27 ottobre 2013

Terzo gradino di Trinità dei Monti.


Era la donna più grassa e più golosa che avessi mai visto.Era seduta a un tavolino con sopra mezza  torta Sacher e  un boccale di birra .La vidi stralunare gli occhi prima di incominciare ad affondare la forchetta nel dolce,ma poi la sua ansia si placò.E incominciò a mangiare.Portava la forchetta alla bocca con molta calma,introduceva il boccone che poi assaporava pia piano prima di deglutirlo.E a ogni forchettata si guardava in giro per vedere se qualcuno la stava guardando.Rassicurata impiantava la forchetta un’altra volta,facendo la stessa pantomima di prima.Dopo tre bocconi, brancò il bicchiere e cominciò a bere…sembrava sorseggiasse il nettare degli dei,perchè  ogni sorso era seguito da una smorfia di compiacimento…Era però una donna educata,perché ogni tanto si tamponava la bocca con un fazzoletto rosso che tirava fuori da una borsa verde grande come una valigia.Solo che pulendosi si tirava il rossetto violaceo quasi fino alle orecchie facendola assomigliare a un pagliaccio triste.E avanti con un altro boccone.E ancora avanti con un altro boccone. E poi giù birra.Giù birra.Riuscì a trangugiare  la mezza torta di cioccolato in 35 minuti.Io ero stravolta..non potevo credere ai miei occhi. Misi a fuoco l’intera immagine…era una donna che poteva avere forse cinquantanni,coperta da un vestitone nero lungo fino alle caviglie,portava sandali marron con la zeppa,tanti monili al braccio e una collana d’ambra al collo.I capelli erano ricciuti  e biondicci. Alle orecchie due pindoli che le scendevano quasi fino al collo.Sotto il tavolo stava mollemente dormendo un cucciolo,pure lui cicciuto, di  Cavalier King,il cui guinzaglio era stato agganciato allo schienale della sedia.Io ero seduta sul terzo gradino della Trinità dei Monti,e il bar Aureliano era proprio a dieci metri da me.Io mi ero appena comprata un cartoccio di castagne dal Caldarrostaio di angolo di Via Condotti,e le stavo scartocciando una a una,e a un tratto fui attratta da questa grande massa di colori  : violaverderossonero…Mi piaceva stare in quel posto perché da lì potevo controllare tutto il passeggio.Tutte donne dannatamente eleganti,con tacchi dannatamente  alti,con in mano dannatissimi sacchetti e sacchettini provenienti dai negozi di Via Frattina o Via Borgognona o Via Chissaquale.. A un certo punto vennero  a sedersi vicino a me due uomini distinti.Si davano delle gran pacche sulle spalle e se la ridevano di gusto.Misi ancora a fuoco  l’intera immagine e mi accorsi subito di una cosa: uno dei due era realmente elegante,calzoni di velluto,giacca grigia,camicia botton down  azzurra e cravatta,ai piedi scarpe Church, ma  l‘altro era un finto elegante..Una giacca blu con quattro bottoni dorati,con le maniche che gli arrivavano a metà mano,dei calzoni grigi piuttosto sgualciti,camicia a righe nere e mocassini marron grandi almeno di due numeri in più.Non riuscii a sentire quello che si dicevano,perché il rumore della gente copriva le loro parole.Però le ultime riuscii a coglierle: “Mi dispiace Edoardo ma io in tasca adesso non ho mille euro da prestarti.Tutto quello che ho,sono trecento euro.Ecco prendi ,ma questi non li voglio indietro,te li regalo.Sono stato contento di rivederti dopo venticinque anni.Eh,bei tempi quelli dell’università.Ciao Edo.Abbi cura di te.”E vidi alzarsi quest’uomo e andarsene via con una faccia da cane disperato…. E la signora in nero alzarsi dal tavolino con una faccia da donna compiaciuta e soddisfatta…
 Ed io scesi da quel terzo gradino , mi infilai al Caffè Greco e mi affogai in una cioccolata calda…era venuta voglia di dolce anche a me…che fosse  Gioia ?  Tristezza ?


PS : Questa è una storia inventata.