Era la donna più grassa e più golosa che avessi mai
visto.Era seduta a un tavolino con sopra mezza
torta Sacher e un boccale di
birra .La vidi stralunare gli occhi prima di incominciare ad affondare la
forchetta nel dolce,ma poi la sua ansia si placò.E incominciò a
mangiare.Portava la forchetta alla bocca con molta calma,introduceva il boccone
che poi assaporava pia piano prima di deglutirlo.E a ogni forchettata si
guardava in giro per vedere se qualcuno la stava guardando.Rassicurata
impiantava la forchetta un’altra volta,facendo la stessa pantomima di
prima.Dopo tre bocconi, brancò il bicchiere e cominciò a bere…sembrava sorseggiasse
il nettare degli dei,perchè ogni sorso
era seguito da una smorfia di compiacimento…Era però una donna educata,perché
ogni tanto si tamponava la bocca con un fazzoletto rosso che tirava fuori da
una borsa verde grande come una valigia.Solo che pulendosi si tirava il
rossetto violaceo quasi fino alle orecchie facendola assomigliare a un pagliaccio
triste.E avanti con un altro boccone.E ancora avanti con un altro boccone. E
poi giù birra.Giù birra.Riuscì a trangugiare
la mezza torta di cioccolato in 35 minuti.Io ero stravolta..non potevo
credere ai miei occhi. Misi a fuoco l’intera immagine…era una donna che poteva
avere forse cinquantanni,coperta da un vestitone nero lungo fino alle
caviglie,portava sandali marron con la zeppa,tanti monili al braccio e una
collana d’ambra al collo.I capelli erano ricciuti e biondicci. Alle orecchie due pindoli che le
scendevano quasi fino al collo.Sotto il tavolo stava mollemente dormendo un
cucciolo,pure lui cicciuto, di Cavalier King,il cui
guinzaglio era stato agganciato allo schienale della sedia.Io ero seduta sul
terzo gradino della Trinità dei Monti,e il bar Aureliano era proprio a dieci
metri da me.Io mi ero appena comprata un cartoccio di castagne dal
Caldarrostaio di angolo di Via Condotti,e le stavo scartocciando una a una,e a
un tratto fui attratta da questa grande massa di colori : violaverderossonero…Mi piaceva stare in
quel posto perché da lì potevo controllare tutto il passeggio.Tutte donne
dannatamente eleganti,con tacchi dannatamente
alti,con in mano dannatissimi sacchetti e sacchettini provenienti dai
negozi di Via Frattina o Via Borgognona o Via Chissaquale.. A un certo punto
vennero a sedersi vicino a me due uomini
distinti.Si davano delle gran pacche sulle spalle e se la ridevano di
gusto.Misi ancora a fuoco l’intera
immagine e mi accorsi subito di una cosa: uno dei due era realmente
elegante,calzoni di velluto,giacca grigia,camicia botton down azzurra e cravatta,ai piedi scarpe Church, ma l‘altro era un finto elegante..Una giacca blu
con quattro bottoni dorati,con le maniche che gli arrivavano a metà mano,dei
calzoni grigi piuttosto sgualciti,camicia a righe nere e mocassini marron
grandi almeno di due numeri in più.Non riuscii a sentire quello che si
dicevano,perché il rumore della gente copriva le loro parole.Però le ultime riuscii
a coglierle: “Mi dispiace Edoardo ma io in tasca adesso non ho mille euro da
prestarti.Tutto quello che ho,sono trecento euro.Ecco prendi ,ma questi non li
voglio indietro,te li regalo.Sono stato contento di rivederti dopo venticinque
anni.Eh,bei tempi quelli dell’università.Ciao Edo.Abbi cura di te.”E vidi
alzarsi quest’uomo e andarsene via con una faccia da cane disperato…. E la signora
in nero alzarsi dal tavolino con una faccia da donna compiaciuta e soddisfatta…
Ed io scesi da quel terzo gradino , mi infilai al Caffè
Greco e mi affogai in una cioccolata calda…era venuta voglia di dolce anche a
me…che fosse Gioia ? Tristezza ?
PS : Questa è una storia inventata.
PS : Questa è una storia inventata.
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