Matrimonio di Michele e Francesca.
Michele,ingegnere mecatronico di Zoldo(Bl)-85 Kg di muscoli e occhi azzurri.
Francesca,avvocato di Vicenza -45 kg di ossa e occhi neri a mandorla.
Location per il pranzo di nozze:Park Hotel Astoria a Riva del Garda.
Gli invitati erano tutti ad aspettarli sulla
scalinata della chiesa Santa Maria Assunta, e quando giunse la Sposa in sella A
una Vespa T8 (molto molto datata) guidata da suo padre, un energumeno di 130 kg
e 190 di altezza, che manco ci stava sul sellino, ci fu un grande applauso. Tutti
gli ospiti allora entrarono e incominciarono a prendere posto nei banchi. Erano un centinaio di persone più un
cane, esattamente un cucciolo di Cavalier Breton, il cui proprietario era
chiaramente Michele: il futuro sposo se ne stava impettito come un soldatino
davanti all’ altare e quando giunse la sposa fece l’atto di abbracciarla ma poi
si ricordò che non si poteva fare .Io diedi un occhiata alle mise degli ospiti.
Giovani ragazzi per la maggior parte, e tutti molto sobri, tutti rigorosamente
in giacca, comprese le signore, che con quel caldo non so come riuscissero a
tenersele addosso(.Si sa che nei paesi senza offendere nessuno, si usa così ). Solo
una donna spiccava tra tutte: indossava un vestito scollatissimo ,rosso Ferrari,
scarpe tacco 12,e uno scialle anche
quello rosso e manco farlo apposta, coi capelli…indovinate il colore?,,rossi
pure quelli (ero proprio curiosa di
sapere chi fosse!).
Vicino a me seduta in terza fila, una signora sugli
80 anni abbondanti, che emanava un
profumo particolare. Io di profumi me ne intendo abbastanza, ma questo era
molto singolare..spremetti le meningi e ci arrivai..era un buon profumo di
naftalina…(chissà da quanti anni quel vestito giaceva nell’armadio).
La cerimonia si srotolò normalmente, ma i miei occhi
erano puntati solo su Toby, il cane,
che finora non aveva aperto bocca. Come era possibile?! Nel primo banco
era stazionato a destra della signora Beatrice ,mamma di Michele, ma guardando
bene mi accorsi dell’arcano… ogni 5 minuti gli veniva passato sottobanco un
pezzo di biscotto –quindi durante la cerimonia aveva ingurgitato sicuramente più di una
scatola di Osvego, i suoi preferiti-.
Dopo le calde lacrime di Francesca nel pronunciare
le fatidiche parole, ”accolgo te come mio sposo e con la grazia di Cristo
prometto di esserti fedele sempre, nella gioie nel dolore “ la cerimonia si
concluse, e allora ecco che Toby, saltò fuori come un razzo dal banco e corse
sull’ altare: si buttò addosso a Michele e poi si mise a tirare lo strascico
della sposa, producendogli un bello squarcio,…,ma chi se ne importa. Ecco, fece
solo qualche timido guaito quando l’organo cominciò a suonare l’Avemaria di
Schubert.
Gli sposi quindi, dopo aver percorso la navata,
giunsero sul sagrato….nooo….uno
spettacolo immenso...i suoi compagni di squadra di hokey sul ghiaccio, tutti in
rigorosa divisa del Vipiteno, vale a dire con le tute munite di parastinchi, paraspalle,
ginocchiere, gomitiere, elmo con retino ,nonché pattini ai piedi con la loro
protezione, posizionati ognuno sui gradini uno sotto l ‘altro, erano li cheli aspettavano
per farli passare sotto un arco di
bastoni alzati…(non oso immaginare la sauna che quei disgraziati abituati a
giocare sotto zero,-e in quel momento a Riva del Garda facevano 35 gradi -,dovettero
subire..) e qui fu Michele a commuoversi, perché proprio non se lo aspettava…..
(per inciso il soprannominato Michele non è proprio
un pischello del ‘Hockey. Vorrei ricordare che ha rindossato i pattini per la
prima volta a 5 anni e il primo cartellino l ‘ha preso a 17 . In questi anni ha
militato in serie A e B tipo il Cortina, Egna, Appiano , Vipiteno, Bolzano e ha giocato con la maglia della nazionale in Canada, Lettonia e Russia)
Quindi tutti gli invitati, se andarono alle
macchine .Ma gli sposi no. Salirono sull’ardita T8, alla quale gli amici
avevano attaccato la solita coda di barattoli vuoti e palloncini.
Giunsero al Grand Hotel Park Astoria .
Dopo aver attraversato la hall, entrammo in
giardino….
IL paese delle meraviglie..
L’allestimento era superbo.
Ovunque bouquet e cesti di fiori.- Il colore predominante
voluto dalla sposa era il lilla-:
negli
angoli, sopra muretti, lungo i bordi della piscina, perfino sui tronchi delle
palme. quelle palme che hanno sempre dato un chè di esotico a quel posto ! La
signora Vanessa, padrona dell ‘ Hotel e referente degli eventi, aveva predisposto
tutto con raffinatezza e gran buon gusto.
E poi c’era il parco vastissimo, with a very very
green grass.
Sopra di
esso erano posizionati dei banchetti lunghi, uno lontano dall’altro…in pratica
delle specie di isole, traboccanti di cibo. Al momento pensai che il pranzo
fosse servito in piedi.
Ma poi mi accorsi che erano semplicemente dei food-korner.
Cioè ognuno di loro rappresentava un’isola di cibo diverso .Erano 4 o 5 mi
sembra. Mi misi di ronda. Mi avvicinai alla prima e lessi il cartellino posto
sopra, “Isola dei bocconcini di terra”, diceva, e mi fermai a curiosare: c’era
cous cous di cavolfiore con cipolle caramellate, Farro all’aceto di mele con
piselli e speck…..Passai alla seconda, quella dei fritti:..calamaretti
croccanti, code di gambero, verdurine in tempura…,di seguito a quella delle
“freschezze”, dove facevano bella presenza dei tartufini salati
al papavero e paprika affumicata, Cheesecake salato con cipolle di Tropea
caramellate… Io a dir la verità queste due isole le saltai a piè pari…mi buttai
invece sulla terza “Isola del lago di
Garda”, ( e vi pare ? io sono una lacustre e adoro i pesciotti della zona).
Infatti mi presi un piattino e lo caricai –caricai ,il termine esatto- di
crostini di trota affumicata e bottarga di trota, di bocconcini di salmerino all’aceto
di mele e miele, di luccio in saòr-..,anzi mi vergogno a dirlo feci pure il
bis..anzi il tris, perché rovesciai il secondo sulle mie belle scarpette di
raso bordeaux (e a nulla valse l’intervento del cameriere che vi spatasciò sopra mezzo contenitore di borotalco). E alla
quarta manco ci arrivai, ma penso ci fosse “l’isola della Toscana” con
panzanelle toscane, Lardo salato di colonnata..insomma la sagra del
colesterolo…Questo approccio con le isole fu peraltro un momento molto
importante-a social opportunity- perché i convenuti ebbero così modo di
presentarsi e di conoscersi .(si incontrarono perfino due coppie che non vi
vedevano dai tempi della scuola..)Dunque si arrivò al pranzo vero e proprio.
Quindi dentro tutti in sala-mensa ! si fa per dire.
Tutti tavoli tondi ,con tovagliato bianco e pizzo-sembrava di essere a Bruges -
e le poltrone tutte infiocchettate, bianche pure loro.
Sulla destra era stato preparato un cartellone con
rappresentati i tavoli e con accanto il nome dei 6 ospiti che vi dovevano
sedere. Andò tutto abbastanza liscio a parte due signore che non volevano
sedere allo stesso tavolo perché avevano le giacche a fiori uguali…. Io ero
stata sistemata in un tavolo con 2 giovani coppie e la famosa signora al
profumo di naftalina.. Presi subito il foglio del menù e ci sbirciai dentro…My
god…ma tutte quelle vettovaglie chi se le mangiava ??
Beh nei primi si poteva spaziare dalle paste ai risotti…garganelli
con pesce spada e melanzane fritte, gnocchetti sardi con salsa alla triglia e
fiori di zucca, fagottini limonati ripieni di nepitella(non ho ancora scoperto
che pesce sia..ma è un pesce poi ? ) Cappellacci al brasato su fondo di manzo
al burro montato e scaglie di mandorle (altro attentato alla salute)…Risotto
alla crema di zucchine e gamberi spadellati ,Risotto al prezzemolo con cruditè
di capesante e zeste (?) di limone….
Nei secondi si poteva scegliere tra carne e pesce.
Orata in cornucopia ( molto aulico il termine !)
con pomodoro datterino e zucchine alla menta;
cuore di fassona alla birra rossa su rostì di patate…
Non era un po’ troppo ?? Ma si sa che tutti i pranzi di
matrimonio sono così.. Seguirono i
sorbetti…
L’unica cosa che fece interrompere questa abbuffata e quindi lasciare le
forchette ferme per un attimo finalmente, furono i” discorsi” che tenne qualche
compagno di scuola dei ragazzi.
Tra quelli di Michele, Marco ricorda quando in
quarta ITI, Il suo amico era stato mandato a casa a cambiarsi per che si era
presentato davanti a quella sciroccata di prof di lettere, con ciabatte
infradito e calzoncini al ginocchio (era maggio e quell’ anno faceva un caldo
forsennato),dopo esser passato dal preside che gli aveva fatto una nota.
Tra quelle di Francesca invece, Sonia ricorda l’episodio
di quando lei e la sua amica lasciarono che il campanello d’ allarme dell’ ascensore suonasse per più di mezzora
senza che loro si scomodassero.. Chiusa dentro c’ era quella stronza di prof di
matematica.. che per giunta soffriva di claustrofobia. L’avevano odiata subito perché nelle prove in classe
dava sempre un tema diverso per ogni fila…così addio scopiazzamenti! E poi si
permetteva anche il lusso di farle a sorpresa le prove, specialmente di lunedì, quando l’Inter
la sua squadra del cuore, la domenica aveva perso., quell’infame!
Poi fu la
volta di nonna Maria -93 anni-che alzandosi in piedi, aiutata da una stampella perché
il mese prima si era rotta un piede, proclamò che dei suoi nipoti Paolo era il
preferito(bella forza le altre due erano femmine) perché quando lui studente
tornava da Padova le portava sempre un platò di pastine del caffè Pedrocchi, e poi era cosi “valènt e bel quel toseto”..
Era molto fortunata la ragazza che se l’era brancà….disse proprio così ..brancà..
Infine fu la volta della mamma, Beatrice, una signora bionda, alta 1.80 per 65kg
(grande sciatrice e Generale molto temuto nelle partite di suo figlio…..”arriva
la Costantini…su con le orecchie..”infatti si metteva in prima fila e se l’arbitro
non vedeva il fallo urlava come una sciamannata).Disse solo che sperava che la
Francy se lo meritasse il suo Michelino!
Io mi alzai e incominciai a girare prendendo posto
qui e là per i vari tavoli.
In uno raccolsi le chiacchere di una signora che si
dichiarava nettamente contraria alle crociere…perché suo marito anziché
scendere a terra per fare le escursioni, rimaneva sulla nave a mangiare: nell’ultimo
.giro nel mediterraneo in una settimana aveva messo su 7kg.
In un altro si parlava di pollai e di galline. Una
coppia aveva fatto da poco una meravigliosa scoperta: avevano inventato dei pollai
con la porta che si apriva e chiudeva secondo la luce solare: la mattina si
apriva verso le sette, cosicché le galline potevano uscire, e la sera si
chiudeva un’ora dopo il crepuscolo, dopo che le suddette erano entrate..e loro erano in grado di
controllare l’operazione su una up del telefono…una vera furbata!
In un altro si parlava di “economia casalinga” Un
signore un po’ anzianotto asseriva di aver investito un botto nelle azioni
della Apple”. Ma sei matto ?-il suo commensale vicino gli ribatteva-Ormai i
cinesi producono gli Huawei”. ”Sì, ma anche gli Apple sono fatti in Cina e
questi rimangono sempre i migliori” “.Io invece
mi butterei su azioni americane-rispondeva un terzo- come quelle di
Amazon oppure su quelle di qualche
settore innovativo tipo la robotica…”
In un altro, una distinta signora che sembrava la regina Elisabetta, raccontava che era da 30 anni che lei i giorni di Natale li passava a
impastare salami. Assieme ai suoi due cugini, comprava mezzo maiale e quindi dopo
averlo scuoiato, passavano la carne in un macinatoio, la impastavano bene dopo
averci aggiunto aglio fatto macerare nel vino, sale, pepe ,un po’ di garofano e
cannella, quindi imbustavano il macinato in corte budella del maiale stesso. E
tutti a chiedere “questo Natale me ne regali uno anche a me?”
Invece in quelli dei giovani, quelli sgallettati, i discorsi erano sui progetti -vacanza. ”io voglio andare a Santorini, dicono che l’atmosfera sia
particolare”.” Santorini? E’ un’ isola pallosissima! E’ un mortorio, rispetto a
Ibiza! Vuoi mettere Ibiza? Là sì che c’è
la movida! “ “ Macché Ibiza e Santorini ! Bisogna andare a Formentera, l posto
dei vip !!..
In quelli dei” secchioni” al contrario, si parlava
di musei. Uno voleva andare assolutamente a vedersi l’Ermitage a Pietroburgo,-sogno
anche mio-uno voleva andare a Londra a godersi La Nacional Gallery, poi chi
Berlino per il Perganon , chi ad Amsterdam per Van Gogh, chi a Oslo per L’Urlo
di Munch…
Beh, dopo tre ore di gozzovigliamenti… arrivò
finalmente il momento della torta e quindi tutti gli ospiti furono invitati a
prendere posto attorno alla piscina : cinque piani di pasta sfoglia farcita di fragole,
albicocche, frutti di bosco panna, il tutto ricoperto da glassa al pistacchio,
con in cima una statuetta malandrina ,che fece sorridere tutti: un giocatore di
hockey che con il suo bastone dava una
mazzata sul culo a sua moglie. E con i vini e i spumanti che seguirono, assieme
al caldo disumano che faceva, tutti gli ospiti si sentirono morti stecchiti, come
Polifemo che si assopì dopo che Ulisse e i suoi
compagni gli fecero bere una botte di vino per potersi dare alla fuga.
E Toby era messo peggio. Durante il pranzo era
passato sotto tutti i tavoli, arrampicandosi fino alle ginocchia degli ospiti
elemosinando un pezzettino di dolce. -E già come si sa i dolci non fanno bene
ai cani.- Ma la mazzata finale gliela aveva data una bambinetta bionda, che
senza farsi vedere aveva messo per terra il suo piattino con sopra l’intera
fetta di torta…Perciò la bestiola doveva sentirsi malissimo perché se ne stava
sdraiata vicino a un cespuglio con gli occhi più di là che di qua.
A un
certo punto, Michele, forse per il torpore dell’alcool , forse per allegria, andò
verso la piscina e vi si buttò dentro vestito con scarpe comprese. E sapete chi
lo seguì ? Solo la sua Francy, ragazza molto spiritosa anche lei vestita com’era,
ma senza scarpe.
Nb : la famosa donna sfacciatamente in rosso era, pensate
voi, addirittura la presidente del
Vipiteno.
Sul riccastro andante.. ma gusto un po’ scarso... E la signora che
profumava di naftalina era la vecchia, paleolitica perpetua del parroco di
Zoldo.
Ps: una storia vera ? Ma certo che sì.