domenica 24 novembre 2019

Toby con gli occhi più di là che di qua

Sabato 23 luglio 2019. 30 gradi all'ombra.
Matrimonio di Michele e Francesca.
Michele,ingegnere mecatronico  di Zoldo(Bl)-85 Kg di muscoli e occhi azzurri.
Francesca,avvocato di Vicenza -45 kg di ossa e occhi neri a mandorla.
Location per il pranzo di nozze:Park Hotel Astoria a Riva del Garda.

Gli invitati erano tutti ad aspettarli sulla scalinata della chiesa Santa Maria Assunta, e quando giunse la Sposa in sella A una Vespa T8 (molto molto datata) guidata da suo padre, un energumeno di 130 kg e 190 di altezza, che manco ci stava sul sellino, ci fu un grande applauso. Tutti gli ospiti allora entrarono e incominciarono a prendere posto nei  banchi. Erano un centinaio di persone più un cane, esattamente un cucciolo di Cavalier Breton, il cui proprietario era chiaramente Michele: il futuro sposo se ne stava impettito come un soldatino davanti all’ altare e quando giunse la sposa fece l’atto di abbracciarla ma poi si ricordò che non si poteva fare .Io diedi un occhiata alle mise degli ospiti. Giovani ragazzi per la maggior parte, e tutti molto sobri, tutti rigorosamente in giacca, comprese le signore, che con quel caldo non so come riuscissero a tenersele addosso(.Si sa che nei paesi senza offendere nessuno, si usa così ). Solo una donna spiccava tra tutte: indossava un vestito scollatissimo ,rosso Ferrari, scarpe  tacco 12,e uno scialle anche quello rosso e manco farlo apposta, coi capelli…indovinate il colore?,,rossi pure quelli  (ero proprio curiosa di sapere chi fosse!).
Vicino a me seduta in terza fila, una signora sugli 80 anni abbondanti, che emanava  un profumo particolare. Io di profumi me ne intendo abbastanza, ma questo era molto singolare..spremetti le meningi e ci arrivai..era un buon profumo di naftalina…(chissà da quanti anni quel vestito giaceva nell’armadio).
La cerimonia si srotolò normalmente, ma i miei occhi erano puntati solo su  Toby,  il cane,   che finora non aveva aperto bocca. Come era possibile?! Nel primo banco era stazionato a destra della signora Beatrice ,mamma di Michele, ma guardando bene mi accorsi dell’arcano… ogni 5 minuti gli veniva passato sottobanco un pezzo di biscotto –quindi durante la cerimonia  aveva ingurgitato sicuramente più di una scatola di Osvego, i suoi preferiti-.
Dopo le calde lacrime di Francesca nel pronunciare le fatidiche parole, ”accolgo te come mio sposo e con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre, nella gioie nel dolore “ la cerimonia si concluse, e allora ecco che Toby, saltò fuori come un razzo dal banco e corse sull’ altare: si buttò addosso a Michele e poi si mise a tirare lo strascico della sposa, producendogli un bello squarcio,…,ma chi se ne importa. Ecco, fece solo qualche timido guaito quando l’organo cominciò a suonare l’Avemaria di Schubert.
Gli sposi quindi, dopo aver percorso la navata, giunsero  sul sagrato….nooo….uno spettacolo immenso...i suoi compagni di squadra di hokey sul ghiaccio, tutti in rigorosa divisa del Vipiteno, vale a dire con le tute munite di parastinchi, paraspalle, ginocchiere, gomitiere, elmo con retino ,nonché pattini ai piedi con la loro protezione, posizionati ognuno sui gradini uno sotto l ‘altro, erano li cheli aspettavano per  farli passare sotto un arco di bastoni alzati…(non oso immaginare la sauna che quei disgraziati abituati a giocare sotto zero,-e in quel momento a Riva del Garda facevano 35 gradi -,dovettero subire..) e qui fu Michele a commuoversi, perché proprio non se lo aspettava…..
(per inciso il soprannominato Michele non è proprio un pischello del ‘Hockey. Vorrei ricordare che ha rindossato i pattini per la prima volta a 5 anni e il primo cartellino l ‘ha preso a 17 . In questi anni ha militato in serie A e B tipo il Cortina, Egna, Appiano , Vipiteno,  Bolzano e ha giocato con la maglia  della nazionale in Canada, Lettonia e Russia)
Quindi tutti gli invitati, se andarono alle macchine .Ma gli sposi no. Salirono sull’ardita T8, alla quale gli amici avevano attaccato la solita coda di barattoli vuoti e palloncini.
Giunsero al Grand Hotel Park Astoria .
Dopo aver attraversato la hall, entrammo in giardino….
IL paese delle meraviglie..
L’allestimento era superbo.
Ovunque bouquet e cesti di fiori.- Il colore predominante voluto dalla sposa era il lilla-:
 negli angoli, sopra muretti, lungo i bordi della piscina, perfino sui tronchi delle palme. quelle palme che hanno sempre dato un chè di esotico a quel posto ! La signora Vanessa, padrona dell ‘ Hotel e referente degli eventi, aveva predisposto tutto con raffinatezza e gran buon gusto.
E poi c’era il parco vastissimo, with a very very green grass.
 Sopra di esso erano posizionati dei banchetti lunghi, uno lontano dall’altro…in pratica delle specie di isole, traboccanti di cibo. Al momento pensai che il pranzo fosse servito in piedi.
Ma poi mi accorsi che erano semplicemente dei food-korner. Cioè ognuno di loro rappresentava un’isola di cibo diverso .Erano 4 o 5 mi sembra. Mi misi di ronda. Mi avvicinai alla prima e lessi il cartellino posto sopra, “Isola dei bocconcini di terra”, diceva, e mi fermai a curiosare: c’era cous cous di cavolfiore con cipolle caramellate, Farro all’aceto di mele con piselli e speck…..Passai alla seconda, quella dei fritti:..calamaretti croccanti, code di gambero, verdurine in tempura…,di seguito a quella delle “freschezze”,  dove  facevano bella presenza dei tartufini salati al papavero e paprika affumicata, Cheesecake salato con cipolle di Tropea caramellate… Io a dir la verità queste due isole le saltai a piè pari…mi buttai invece sulla  terza “Isola del lago di Garda”, ( e vi pare ? io sono una lacustre e adoro i pesciotti della zona). Infatti mi presi un piattino e lo caricai –caricai ,il termine esatto- di crostini di trota affumicata e bottarga di trota, di bocconcini di salmerino all’aceto di mele e miele, di luccio in saòr-..,anzi mi vergogno a dirlo feci pure il bis..anzi il tris, perché rovesciai il secondo sulle mie belle scarpette di raso bordeaux (e a nulla valse l’intervento del cameriere che vi spatasciò  sopra mezzo contenitore di borotalco). E alla quarta manco ci arrivai, ma penso ci fosse “l’isola della Toscana” con panzanelle toscane, Lardo salato di colonnata..insomma la sagra del colesterolo…Questo approccio con le isole fu peraltro un momento molto importante-a social opportunity- perché i convenuti ebbero così modo di presentarsi e di conoscersi .(si incontrarono perfino due coppie che non vi vedevano dai tempi della scuola..)Dunque si arrivò al pranzo vero e proprio.
Quindi dentro tutti in sala-mensa ! si fa per dire. Tutti tavoli tondi ,con tovagliato bianco e pizzo-sembrava di essere a Bruges - e le poltrone tutte infiocchettate, bianche pure loro.
Sulla destra era stato preparato un cartellone con rappresentati i tavoli e con accanto il nome dei 6 ospiti che vi dovevano sedere. Andò tutto abbastanza liscio a parte due signore che non volevano sedere allo stesso tavolo perché avevano le giacche a fiori uguali…. Io ero stata sistemata in un tavolo con 2 giovani coppie e la famosa signora al profumo di naftalina.. Presi subito il foglio del menù e ci sbirciai dentro…My god…ma tutte quelle vettovaglie chi se le mangiava ??
Beh nei primi si poteva spaziare dalle paste ai risotti…garganelli con pesce spada e melanzane fritte, gnocchetti sardi con salsa alla triglia e fiori di zucca, fagottini limonati ripieni di nepitella(non ho ancora scoperto che pesce sia..ma è un pesce poi ? ) Cappellacci al brasato su fondo di manzo al burro montato e scaglie di mandorle (altro attentato alla salute)…Risotto alla crema di zucchine e gamberi spadellati ,Risotto al prezzemolo con cruditè di capesante e zeste (?) di limone….
Nei secondi si poteva scegliere tra  carne e  pesce.
Orata in cornucopia ( molto aulico il termine !) con pomodoro datterino e zucchine alla menta;  cuore di fassona alla birra rossa su rostì di patate…
Non era un po’ troppo ?? Ma si sa che tutti  i pranzi di matrimonio sono così..  Seguirono i sorbetti…
L’unica cosa che fece interrompere  questa abbuffata e quindi lasciare le forchette ferme per un attimo finalmente, furono i” discorsi” che tenne qualche compagno di scuola dei ragazzi.
Tra quelli di Michele, Marco ricorda quando in quarta ITI, Il suo amico era stato mandato a casa a cambiarsi per che si era presentato davanti a quella sciroccata di prof di lettere, con ciabatte infradito e calzoncini al ginocchio (era maggio e quell’ anno faceva un caldo forsennato),dopo esser passato dal preside che gli aveva fatto una nota.
Tra quelle di Francesca invece, Sonia ricorda l’episodio di quando lei e la sua amica lasciarono che il campanello d’ allarme  dell’ ascensore suonasse per più di mezzora senza che loro si scomodassero.. Chiusa dentro c’ era quella stronza di prof di matematica.. che per giunta soffriva di claustrofobia. L’avevano  odiata subito perché nelle prove in classe dava sempre un tema diverso per ogni fila…così addio scopiazzamenti! E poi si permetteva anche il lusso di farle a sorpresa  le prove, specialmente di lunedì, quando l’Inter la sua squadra del cuore, la domenica aveva perso., quell’infame!
 Poi fu la volta di nonna Maria -93 anni-che alzandosi in piedi, aiutata da una stampella perché il mese prima si era rotta un piede, proclamò che dei suoi nipoti Paolo era il preferito(bella forza le altre due erano femmine) perché quando lui studente tornava da Padova le portava sempre un platò di pastine del caffè  Pedrocchi, e poi era cosi “valènt e bel quel toseto”.. Era molto fortunata la ragazza che se l’era brancà….disse proprio così ..brancà.. Infine fu la volta della mamma, Beatrice, una signora bionda, alta 1.80 per 65kg (grande sciatrice e Generale molto temuto nelle partite di suo figlio…..”arriva la Costantini…su con le orecchie..”infatti si metteva in prima fila e se l’arbitro non vedeva il fallo urlava come una sciamannata).Disse solo che sperava che la Francy se lo meritasse il suo Michelino!
Io mi alzai e incominciai a girare prendendo posto qui e là per i vari tavoli.
In uno raccolsi le chiacchere di una signora che si dichiarava nettamente contraria alle crociere…perché suo marito anziché scendere a terra per fare le escursioni, rimaneva sulla nave a mangiare: nell’ultimo .giro nel mediterraneo in una settimana aveva messo su 7kg.
In un altro si parlava di pollai e di galline. Una coppia aveva fatto da poco una meravigliosa scoperta: avevano inventato dei pollai con la porta che si apriva e chiudeva secondo la luce solare: la mattina si apriva verso le sette, cosicché le galline potevano uscire, e la sera si chiudeva un’ora dopo il crepuscolo, dopo che le suddette  erano entrate..e loro erano in grado di controllare l’operazione su una up del telefono…una vera furbata!
In un altro si parlava di “economia casalinga” Un signore un po’ anzianotto asseriva di aver investito un botto nelle azioni della Apple”. Ma sei matto ?-il suo commensale vicino gli ribatteva-Ormai i cinesi producono gli Huawei”. ”Sì, ma anche gli Apple sono fatti in Cina e questi rimangono sempre i migliori” “.Io invece  mi butterei su azioni americane-rispondeva un terzo- come quelle di Amazon  oppure su quelle di qualche settore innovativo tipo la robotica…”
In un altro, una distinta signora che sembrava la regina Elisabetta, raccontava che era da 30 anni che lei i giorni di Natale li passava a impastare salami. Assieme ai suoi due cugini, comprava mezzo maiale e quindi dopo averlo scuoiato, passavano la carne in un macinatoio, la impastavano bene dopo averci aggiunto aglio fatto macerare nel vino, sale, pepe ,un po’ di garofano e cannella, quindi imbustavano il macinato in corte budella del maiale stesso. E tutti a chiedere “questo Natale me ne regali uno anche a me?”
Invece in quelli dei giovani, quelli sgallettati,  i discorsi erano  sui progetti -vacanza. ”io voglio andare  a Santorini, dicono che l’atmosfera sia particolare”.” Santorini? E’ un’ isola pallosissima! E’ un mortorio, rispetto a Ibiza! Vuoi mettere Ibiza? Là sì  che c’è la movida! “ “ Macché Ibiza e Santorini ! Bisogna andare a Formentera, l posto dei vip !!..
In quelli dei” secchioni” al contrario, si parlava di musei. Uno voleva andare assolutamente a vedersi l’Ermitage a Pietroburgo,-sogno anche mio-uno voleva andare a Londra a godersi La Nacional Gallery, poi chi Berlino per il Perganon , chi ad Amsterdam per Van Gogh, chi a Oslo per L’Urlo di Munch…
Beh, dopo tre ore di gozzovigliamenti… arrivò finalmente il momento della torta e quindi tutti gli ospiti furono invitati a prendere posto attorno alla piscina : cinque piani di pasta sfoglia farcita di fragole, albicocche, frutti di bosco panna, il tutto ricoperto da glassa al pistacchio, con in cima una statuetta malandrina ,che fece sorridere tutti: un giocatore di hockey  che con il suo bastone dava una mazzata sul culo a sua moglie. E con i vini e i spumanti che seguirono, assieme al caldo disumano che faceva, tutti gli ospiti si sentirono morti stecchiti, come Polifemo che si assopì dopo che Ulisse e i suoi  compagni gli fecero bere una botte di vino per potersi dare alla fuga.
E Toby era messo peggio. Durante il pranzo era passato sotto tutti i tavoli, arrampicandosi fino alle ginocchia degli ospiti elemosinando un pezzettino di dolce. -E già come si sa i dolci non fanno bene ai cani.- Ma la mazzata finale gliela aveva data una bambinetta bionda, che senza farsi vedere aveva messo per terra il suo piattino con sopra l’intera fetta di torta…Perciò la bestiola doveva sentirsi malissimo perché se ne stava sdraiata vicino a un cespuglio con gli occhi più di là che di qua.
 A un certo punto, Michele, forse per il torpore dell’alcool , forse per allegria, andò verso la piscina e vi si buttò dentro vestito con scarpe comprese. E sapete chi lo seguì ? Solo la sua Francy, ragazza molto spiritosa anche lei vestita com’era, ma senza scarpe.

Nb : la famosa  donna sfacciatamente in rosso era, pensate voi,  addirittura la presidente del Vipiteno.
Sul riccastro andante.. ma gusto un po’ scarso... E la signora che profumava di naftalina era la vecchia,  paleolitica perpetua del parroco di Zoldo.
Ps: una storia vera ? Ma certo che sì.

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