mercoledì 8 aprile 2020

Andra' a buon fine?



Gentile Ispettore Polzia Locale Riva del Garda

Partendo da Viale dei Tigli 30 mi recai al supermercato più vicino e comodo per me “Poli” di via Lutti, il mio market abituale. Dopo essere entrata, avendo constatato visivamente l’ affollamento caotico in totale assenza di sicurezza (nessuna distanza di un metro tra i clienti accalcati), mi sono allontanata in auto verso il più grande per superficie e meno affollato market Coop al centro commerciale bluegarden; che dista soli 500mt dal supermercato poli di riva. (Prego  prendere visione del totale degli scontrini del poli di riva e di quelli della coop bluegarden in quella data).
All’ altezza di viale Carducci sono stata fermata dal corpo della polizia locale che mi ha sanzionata duramemte segnalando impropriamente sul verbale le ragioni per cui io mi sono dovuta recare alla Coop del centro commerciale Blue Garden, al secondo posto per vicinanza alla mia abitazione. Considerando i rischi a cui mi espongo recandomi in tali luoghi affollati e considerando i rischi per la comunità, indossavo mascherina e guanti protettivi. Considerando inoltre i rischi sanzionatori, avevo compilato la “dichiarazione di spostamento” all’ interno del comune.
Nonostante io abbia spiegato alle vigilasse i sopracitati motivi per i quali mi sono allontanata di 500 metri dal primo supermercato, nonostante io abbia aggiunto anche importanti dettagli sulla sicurezza quali, la possibilità alla Coop del bluegarden di avere un banco che taglia forme di formaggio per la lunga conservazione ( diminuendo quindi la frequenza delle compere) e la conoscenza delle dislocazioni degli scaffali all’ interno del supermercato(così da rendere la spesa più veloce e sicura), le vigilesse hanno redatto un verbale mendace senza che io potessi partecipare alla stesura( erano sedute infatti nella loro autovettura).
Mi hanno messa difronte al fatto compiuto e mi hanno chiesto di firmare il verbale dove descrivevano la situazione in modo improprio ( “ la signora vuole il formaggio tagliato”), svilendo le ragioni di un cittadino consapevole. Solo esprimendo con forza il mio disappunto ho ottenuto di poter scrivere nell’ ultima riga in basso ( si possono notare le due diverse tipologie di scrittura, una loro e una mia) una chiosa dei motivi per cui sono stata costretta a scegliere la coop del centro commerciale bluegarden. Credo che le vigilesse abbiano commesso un enorme errore di valutazione: invece di multare il furbetto del quartierino, hanno multato una signora di 70anni, che vuole proteggersi, che è cosciente dell’ emergenza che sta vivendo il comune di Riva del Garda e limitrofi, che ha rispetto per le norme di sicurezza, che ha rispetto della salute dei suoi concittadini, che vuole diminuire la difussione del virus e indirettamente ridurre il carico dei poveri operatori della salute che lavorano incessantemente per noi.
                                                                           Distinti Saluti
                                                                          Flavia Fioriolli

PS. In data 7 maggio sono stata assolta dal pagamento della multa perchè il fatto non costituiva reato. 





sabato 21 marzo 2020

Nuova vita per l'hotel paradiso a torbole




L'Hotel Paradiso vide la sua nascita nel marzo del 1930. Infatti il Barone Federico von Beust già proprietario di una residenza al di là del golfo di Torbole, decise di comprare ”Locanda Paradiso” , sita a trenta metri dal lago, in zona così detta, per le sue peculiarità amene, “Paradiso”.
Questo nome era già stato usato dal pittore tedesco Hans Lietzmann - molto famoso in quel tempo in tutta la zona del Garda - per la sua casa atelier, a cento metri verso sud da lì, costruita nel lontano 1906 ma che purtroppo venne distrutta nella guerra del 1918.
Il barone, dapprima, gestì la locanda mantenendo la sua modesta struttura originaria, ma nel 1938 presentò al Comune la domanda di poterla ristrutturare ed ingrandire: fornirla di altre stanze da letto , di una cucina più grande, ma il suo progetto più ambizioso era quello di allestirvi nel suo giardino esterno il “Caffè degli Ulivi” luogo di incontro per persone colte e artisti del posto. I lavori finirono in fretta e così il Von Beust vide compiuto il suo sogno.
Ma nel luglio del 1939 il Barone morì suicida.
Parenti diretti non ce n'erano, così l'albergo toccò in eredità ad una lontana nipote tedesca, Maria Von Petke, sposata con un Frienden che lo cedette alla società svizzera fondata dagli eredi, che ancora adesso ne sono i proprietari.
Si può ipotizzare che esso esistesse già agli inizi dell'800, come vecchia casa colonica, stazione di posta per i corrieri a cavallo che dal sentiero postale di Nago scendevano a Torbole percorrendo poi la strada che fiancheggiava le pescicolture di casa Romani e che sbucava proprio a 20 mt dal Paradiso. Questa casupola era poco distante dal porto di Torbole e della sua dogana, dove arrivavano le merci via lago, merci che poi sarebbero state caricate sui carri tirati appunto dai cavalli per risalire la via verso Rovereto.
Testimonianza della vecchia casa è il grande arco in granito che separa la sala attuale dalla parte dietro. Li doveva essere l'entrata originaria, considerando che c'era un piccolo sentiero in salita per raggiungerla.
Nel 1940 l'Italia entrò in guerra e il Paradiso diventò una caserma per i soldati tedeschi.
Il 1 maggio 1945 a Torbole sbarcarono le truppe americane, che da qui cominciarono a liberare il Trentino e dunque il Paradiso cambiò ospiti: i tedeschi se ne erano andati in gran fretta e il loro posto fu occupato da quei soldati americani che con sacrifici estremi erano riusciti a sfondare le linee di blocco della gardesana orientale. E da ora l'Hotel conobbe i suoi giorni di gloria.
Gli americani erano tutti ragazzi molto giovani che avevano una gran voglia di divertirsi dopo la la vita dura che avevano sopportato combattendo.
E cominciarono ad avere nostalgia dei loro paesi, dove si ballava, ballava.
Composero una piccola orchestra fatta da un suonatore di fisarmonica, un sassofonista, un pianista- piccolo pianoforte non a coda ovviamente- e un cantante.
Ma le ballerine mancavano e allora ogni fine settimana, con due camion-non camionette!-giravano per i paesi limitrofi come Riva, Arco, Dro, Ceniga, Tenno, Pranzo, in cerca di gentili partner. Ne trovavano sì, ma tante andavano a nascondersi, perché non avevano il coraggio di incontrarsi con uomini che non conoscevano, anche se lo scopo era innocuo. Si misero ad eleggere anche delle Miss: il quadro che troverete in entrata infatti è il ritratto di una Miss, Miss Paradiso per l'appunto dipinto proprio dal pittore Hans Lietzmann.
E Torbole non era ostile a questi intrattenimenti, tanto che concesse che la palestra della Pavese si trasformasse in una grande sala da ballo. Però dopo tre mesi gli americani furono rimpatriati, e nei bidoni del Caffè Ulivi rimasero solo bottiglie di birra e di coca cola, che gli italiani avevano bevuto per la prima volta.
Quindi  alla fine del 1945 si interessò all'Albergo un noto produttore di vini e liquori di Riva, Carlo Torboli, che voleva farne un luogo di incontri per far assaggiare i suoi prodotti. E decise di continuare col vecchio filone: lì, ogni fine settimana, si sarebbe potuto bere e ballare. Così abbellì la grande sala con allestimenti di vetro colorato e dipinto dal nostro Achille Dal Lago, noto grafico dell'epoca, dove dietro vi aveva posto delle luci per metterli in risalto. E lì per danzare arrivava gente da Rovereto, Trento, Verona; continuò anche l'operazione elezione Miss. Le fotografie dell'epoca ritraggono Miss Gancia, Miss Cinzano, Miss Campari....
Le fanciulle del paese di quel tempo, si ricordano ancora di quelle serate, perché d'estate andavano a mettersi sotto i muretti del giardino e ballavano sulla strada..
Mentre dei ragazzini andavano a raccogliere le “cicche” delle sigarette buttate a terra, per disfarle e mettere insieme il tabacco per farne di nuove.
Ma alla fine del 1948 l'attività del signor Carlo Torboli prese una notevole svolta: aprì a Riva una grandissima Cantina che produceva Vino Santo, il famoso Vino Santo Torboli che tutti i turisti dell'Alto Garda andavano a bere alla Spiaggia degli Ulivi. Quindi abbandonò la conduzione dell'Hotel.
Subito venne a prenderne la conduzione Giovanni Viola che lo trasformò, assieme alla moglie, in un piccola locanda-ristorante. Ma la cosa durò poco. Dopo un anno aprì in piazza Centrale di Torbole un punto di ristoro veloce a base di birra e polli allo spiedo.
Ma fu nel gennaio 1950 che il Paradiso ebbe veramente una svolta importante. Rilevò l'attività Aldo Moser, già gestore della "gloriosa" gelateria Cristallo di Riva, che lo trovò in condizioni pietose: sul letto di Cristina di due anni, aveva dovuto metterci una bacinella , perché pioveva dentro. Lui dunque avviò i lavori di una ristrutturazione molto consistente: ottenne il permesso di alzarlo di due piani per farne un vero e proprio albergo, aggiungendo anche l'ala a sud. Vennero realizzate venti stanze da letto, una grande cucina, fu spostato il banco bar e ampliata la sala da pranzo. Infatti ai suoi clienti veniva offerta la pensione completa.
Fu costruita una grande hall all'entrata, ma soprattutto a nord, venne aggiunta una grande scalinata che permetteva agli ospiti di accedere da lì anziché dagli scalini che portavano al Caffè Ulivi. L'attività cominciò a partire alla grande, perché i
clienti potevano arrivare sul posto con i pullman che giungevano direttamente dalla Germania: infatti la maggior parte erano tedeschi, mentre gli altri alberghi del paese erano la meta di turisti inglesi, danesi, norvegesi e francesi. Furono anni d'oro per l'alto Garda perché gli stranieri cominciavano finalmente a conoscere il Lago di Garda.
Ma furono anni d'oro anche per l'Hotel stesso, perché la clientela che veniva a soggiornare era molto selezionata. Infatti la figlia secondogenita Lorenza si ricorda ancora qualche nome  perché lei stessa abitava in albergo. Ad esempio il Sindaco di Anversa Josef Immerdorfer, Franco Rasetti, fisico del gruppo Fermi, che era solito andare sul Baldo alla ricerca di orchidee particolari, i pittori Lilloni, Calderara, Vitale, Schmidt, che pagavano in quadri le loro vacanze. Altro ricordo significativo: in quegli anni, d'inverno, veniva ad allenarsi sul Garda Aldo Moser, assieme al suo compagno di squadra Pintarelli, ed era proprio lì che prendevano alloggio, abitudine che avevano già intrapreso durante "la reggenza" Torboli. Arrivò anche il presidente Segni ed il senatore Fanfani, insomma il Paradiso era frequentato da politici, imprenditori, sportivi, artisti, studiosi di un certo prestigio: ne fa fede "l'Albo d'oro" in possesso ancora di Lorenza.
Però nel luglio 1966, Aldo Moser morì di ictus.
Subentrò quindi alla conduzione Mario Zucchelli, già portiere da tanti anni dell'albergo, portando avanti l'attività con grande passione e competenza. La sua esperienza è durata fino al 2019 anno della sua morte.
Da quest'anno quindi ci sono i signori Albina e Paolo Zampiccoli, che con la loro esperienza alberghiera, hanno preso in mano l'Hotel ristrutturandolo quasi ex novo. Infatti tutte le stanze sono state organizzate in modo più moderno e funzionale e dotate ciascuna di un piccolo balcone. Hanno fatto inoltre un importante lavoro di terrazzamento sul terreno dietro.
Perciò i nuovi clienti dovranno essere contenti,
Perché la vista lago e i 6 mt che separano dalla spiaggia non sono niente male.