domenica 31 marzo 2013
Giorno di Pasqua fuori porta.
Giorno di Pasqua fuori porta.
Giornata di pasqua fuori porta...si fa per dire...con un tempo furibondo come quello di oggi dove si poteva andare ? noi a dir la verità ,quando aperti gli occhi e tirata su la persiana abbiamo visto il sole...ci siamo agghindati in tenuta da footing...scarpe tempo libero e tuta da jogging...siamo andati a far gli auguri ai vicini di casa o meglio ai loro ospiti inglesi e..australiani.. assieme ai quali abbiamo partecipato alla ricerca delle uova nascoste tra i cespugli del giardino in onore delle loro nipotine Cami e Ari e poi ci siamo incamminati.Era già l'alba delle ore 13...la nostra meta era Torbole cinque kilometri all'andata e cinque al ritorno ma giunti all'altezza di Villa Cian abbiamo guardato su su su verso il cielo.Nubi rabbiose si stavano avvicinando e per di più si era alzata anche un'Ora feroce...che fare ? ci siamo infilati dentro dentro al ristorante Villa Cian voglio dire a abbiamo preso posto.Secondo piano vista lago...davanti a noi in lontananza mille barchette anzi milleduecentoquarantacinque barchette - lo sappiamo dalle iscrizioni alla Rergata-Optimist per la precisione divise in cinque batterie pronte sulla linea di partenza.Ci siamo goduti quello spettacolo più che unico...milleduecentoquarantacinque suorine col vestito bianco tutte in fila..e intanto ci siamo spupazzati il menù ! Niente menù pasquale per fortuna...Sotto il nostro tavolo o meglio in parte al suddetto piazzato il plaidino più ciotolaperl'acqua più pollastrello di plastica per Ulisse che mica potevamo lasciare a casa da solo...è stato un cherubino...Nel frattempo è cominciato a piovere..così vista l'obbligata rinuncia al nostro giro ce la siamo presi con calma e ci siamo sciroppati un pranzo di pesce di tutto rispetto : trenette alle zucchine e gamberetti branzino ai ferri orata ai ferri verdure miste ai ferri il tortino di cioccolato no quello era cotto al forno...ci siamo alzati da tavola che erano le cinque...niente male la nostra passeggiata pasquale no ?!
mercoledì 20 marzo 2013
Piazza delle Erbe
Piazza delle Erbe
Ciao Roberto. Dunque....cercherò di scavare nei miei ricordi perchè in effetti io sono andata via dalla casa di Piazza delle Erbe quando avevo 7 anni per trasferirmi in viale dei Tigli.
Vediamo: P., sì, è diventato un grande nel Basket rivano come pure una delle sue figlie; J., sì, abitava sopra di te all'ultimo piano...poi c'erano i fratelli e le sorelle P. che abitavano in Via Concordia, T. il cui padre conduceva l'albergo Alpino, M. due grandi occhi da cerbiatta che abitava lì vicino, C.. che abitava in via Florida come pure E., A.. che abitava sulla tua stessa Via Maffei. Poi c'erano gli infiltrati cioè quelli che arrivavano da Piazza S.Rocco. Mi ricordo bene di G.. simpaticissimo e buono come il pane che aveva la polio a un braccio: a Natale lui invitava tutti gli amici della piazza a fare il presepe nell'androne della sua casa con l'acqua che scorreva per davvero nei suoi ruscelletti fatti di carta stagnola...e spesso a questa creazione interveniva anche qualche nonno che immancabilmente spostava di posto le statuine dicendo "stà chi la stà meio qua.".... Riguardo ai giochi che facevamo in particolar modo mi ricordo di quelli estivi estivi : ad es. il nascondino.Tutti i ragazzi di P. Erbe si dividevano i 4 bande, ognuna composta da almeno 10 bambini e capitanata da un adulto...in questo momento mi sovviene il nome di uno di loro di cognome faceva B. ed era sempre scalzo. Ci si sparpagliava per la città...vinceva chi riusciva a fare punto sotto i portici davanti al negozio delle Signorine D., che si lamentavano sempre perchè giocando noi davanti alle vetrine impedivamo ai loro clienti di vedere il contenuto delle stesse... Poi mi ricordo di uno sfaccendato che di soprannome faceva Pinguino....mitico milanista...lo facevano bere e poi gli promettevano dei soldi se andava a buttarsi nella fontana..e noi bambini eravamo sempre disperati perchè avevamo paura che si annegasse..e andavamo ad aiutarlo a uscire fuori. Poi mi ricordo..vediamo...se pioveva venivamo a rifugiarci nell'atrio del tuo palazzo che aveva i ciottoli per terra. Me lo ricordo bene perchè proprio cadendo su quei sassi io ho perso l'anello di fidanzamento di mia madre che le avevo sottratto dal cassetto...non era un brillante bensì una modesta acquamarina. Ma a causa di questa mancanza lei volle darmi un castigo esemplare, togliermi dalle lezioni di pianoforte a cui io tenevo tanto....dopo qualche tempo lei si pentì, ma era troppo tardi. Poi mi ricordo del gioco coi cerchietti -tappi delle bibite- che si faceva sugli scalini che dividevano la parte alta da quella bassa della Piazza. Poi mi ricordo della candela accesa e del cestino di arance che si mettevano sulla finestra la sera di S.Lucia...e se non erro un adulto si vestiva per l'appunto da S.Lucia e veniva a suonare ai campanelli delle porte. Poi c'era i gioco della settimana disegnata col gesso sulla piazza ..si saltava da una casella all'altra con una gamba alzata tenendo un sassolino piatto sulla testa che non doveva assolutamente cadere a terra...Non erano male quei tempi, si viveva con più spontaneità senza orpelli ...caro Roberto se verrai da queste parti fammi un pronto ..Andremo insieme a fare un giro nella magica Piazza delle Erbe..! Ciao
Grazie Flavia per avermi aperto una finestra nel passato ormai quasi dimenticato. Nel leggerti mi è venuta la pelle d'oca perchè, improvvisamente, mi sono ricordato come in un film già visto, uno spezzone della mia giovinezza. Complimenti per la minuziosità delle tue descrizioni tanto da farmi apparire nei dettagli il passato che, improvvisamente, mi è sembrato ieri. Estenderò a mia sorella A.quanto da te scritto, certo che anche a lei farà molto piacere, essendo andata via da Riva all'età di 14 anni. Se tu avessi qualche altro ricordo di vita vissuta, mi farebbe molto piacere condividerlo. Un caro saluto, Roberto
Ho voluto riportare qui queste due lettere : la mia era di risposta a un certo Roberto, che mi aveva "individuato" su facebook : lui si ricordava di me perchè abitavamo sulla stessa piazza.Ora lui abita a Roma e mi chiedeva ricordi di quei tempi.Cosi ho fatto:sono andata ad aprire i cassetti della memoria e qualcosa ho trovato..Mi fa piacere pubblicarli perchè in fondo sono storielle del mio vissuto. Ho messo solo le iniziali delle persone nominate per il loro diritto alla privacy.Solo il suo nome è per intero.
giovedì 14 marzo 2013
Un lunedì
Un lunedì.
Ho parcheggiato la macchina in un posto dove non c'era posto e cioè a cavallo di un aiuola e quasi dentro a un cespuglio ...ho preso la valigetta dei libri più borsa contenente i compiti che non ci stavano nella suddetta e sono entrata sparata, anzi sparatissima dalla porta della scuola. Ho saltato a piè pari i bidelli di vedetta in portineria, che quando beccano un pof è finita , per lui voglio dire,perchè hanno sempre da farti firmare le comunicazioni più furibonde, tipo che il giovedì successivo c'è l'incontro con il mediatore linguistico di lingua cinese.C'è qualcuno che vuole aderire ? naturalmente nessuno, ma bisogna firmare lo stesso per "presa visione".Oppure che lo scorso collegio docenti è stato riaggiornato per il pomeriggio.Cè qualcuno che vuole aderire ? Qui c'è poco da discutere : tutti devono aderire.e tutti ma proprio tuttissimi, devono firmare "per presa visione". Quindi quatta quatta ,dato che sono leggermente in ritardo,di due minuti ? di tre minuti ? maledetto quell'orologio che suona sempre in anticipo o forse è il mio che segna in ritardo ?,salgo le due rampe di scale mangiandomi i gradini a due a due e meno male che non mi vede nessuno,perchè sono tutti già in classe ed io mi vergognerei farmi vedere o meglio farmi sentire' col fiatone. Supero il ceck point della Pia, miticasuperbidella del primo piano scala A , che per l'ennesima volta ti dice: la sua classe prof, la sua classe prof, ieri ha lasciato l'aula piena di cartine per terra e poi anche i libri sotto i banchi....e sono stata buona che non glieli ho ritirati,erchè altrimenti il Berti e l'Andreoli si beccavano la terza multa in questo mese...,Superata questa barriera- dicevo-mi affretto, anzi pattino su per il corridoio e finalmente riesco a fiondarmi in prima F.E cosa trovo ? la solita orda di fanciulli e fanciulle assiepati alla cattedra pronti con le giustificazioni del lunedì ..Sì, perchè quel giorno è lunedì e il lunedì è il giorno più difficile della settimana per gli studenti (ma anche per noi insegnanti se è per quello)....
-Prof io oggi dovevo essere interrogato in storia, ma mia mamma non ha sentito la sveglia e così non mi ha chiamato per ripassare e così non sono pronto.Mi sposta l'interrogazione prof ?
-Ah sì ?
-Prof io i compiti li ho fatti glielo giuro,ma sono rimasti a casa di mio papà, perchè domenica era il turno di mia mamma..e quando gli ho telefonato per dirglielo, lui mi ha detto che non me li portava perchè mi stava giusto bene che prendessi una nota per colpa di mia mamma- sua ex moglie che aveva voluto separarsi-
-Ah sì ?
-Prof io invece li ho dimenticati nella macchina di mia mamma, perchè non mi sono ricordato che oggi era il turno di mio papà e mi ha portato a scuola lui.
-Ah sì ?
-Prof io il tema l'avevo fatto, eccome se l'avevo fatto,lo può chiedere a mio fratello che mi ha aiutato, ma adesso non lo trovo più.
E ti credo-dice una vocina angiolesca dal fondo della classe-l'hai fatto sul mio quaderno...ecco di chi era la scrittura...
-Prof io non l'ho proprio fatto, perchè non sapevo cosa scrivere perchè col titolo "Le cose che più spesso i genitori vi rimproverano",io di cose ne avevo da dire troppe e così ci ho rinunciato .
Ah sì ?
Bene ragazzi- parlo finalmente io-ed ora incominciamo la lezione.Tirate fuori il testo di grammatica. Facciamo per prima la materia che più vi pesa-si fa per dire perchè alle mie creature tutte le materie pesano più di un quintale e mezzo-.
E così ho aperto la mia valigetta e ho preso il testo.
toc toc
-Sì ? entri pure.Era l'intermediaria linguistica che veniva a portarsi via- nel senso che lei ha un'aula speciale- i due ragazzini che non conoscono la lingua italiana e cioè un tunisino e un bielorusso...
toc toc
-Sì ? entri pure.Era 'insegnante di sostegno che era venuta a portarsi via- perchè pure lei ha un'aula speciale- i due ragazzini con difficoltà di apprendimento..
E ritoc
-Sì, ? si accomodi pure.Era l'insegnante di appoggio allo studente pakistano cieco che ha bisogno che le lezioni siano scritte tutte in braille..
E ritoc Era la Piabidella che veniva a prendere le presenze alla mensa..
.......... così iniziava la prima ora di tutti i santi lunedì....
PS : questa è una storia assolutamente vera...
mercoledì 6 marzo 2013
At night..............
At night..............
.."At night the great shrine is lit but often empty.Standing betwen marble colums,I read the Gettiìysburg Address and the second Inaugural Address .I look out over the Reflecting Pool,imagining the crowd stilled by Dr King's mighty cadence,and them beyond that,to the floodlit obelisk and shining Capitol dome.
.And in that place,I think about America and those who built it.This nation's founders,who somehow rose above petty ambitions and narrow calculations to imagine a nation unfurling across a continent.And those like Lincoln and King,who ultimately laid down their lives in the service of perfecting an imperfect union.And all the faceless,nameless men and women,slaves and soldiers and tailors and butchers,constructing lives for themselves and their children and grandchildren,brick by brik,rail by rail,calloused hand by calloused hand,to fill in the lanscape of our collective dreams.
It is that process I wisch to be a part of.
My heart is filled with love for this country."
Queste dieci righe altro non sono che le ultime dieci righe del discorso tenuto davanti al Congresso-in funzione delle imminenti elezioni- da Barrak Obama nell'ottobre del 2008 discorso poi pubblicato nel suo libro "The audacity of Hope"- E fin qui non ci sarebbe niente di male anzi.Sapere cosa pensano gli altri è sempre interessante.Ma il male invece è pensare di far imparare codeste righe a memoria ai propri studenti che oramai di memoria hanno solo quella lunga-sono passati i tempi degli interi canti dell'Inferno !- magica idea del prof americano d'inglese Kevin tempo una settimana. E così a casa nostra è incominciato il tormentone...Bisognava subito scannerizzare e quindi ingrandire e quindi stampare e quindi quadrupilcare il suddetto pezzo di discorso.Quadruplicare sì perchè di queste quattro copie,una andava appesa in cucina,sopra il tavolo così la mattina mentre facevi colazione subito potevi immergerti nell'american dream.Una andava appesa sullo specchio del bagno,si sa mai che mentre ti lavavi i denti ti venisse la voglia di rinforzare il sopraddetto american dream.Una andava appesa sopra il computer così quando andavi a rispondere alla posta una sbirciatina al foglione la potevi anche dare.E infine una copia,"peripatetica" cioè una che ti mettevi in borsa e te la tiravi dietro ovunque tu dovessi andare perchè due minuti liberi tra una spesa e l'altra li trovi sempre.Così tanto per essere chiari finora sono passati cinque giorni ma di dream americano nemmeno un'ombrina !.O meglio sì,ho ripetuto davanti a Ettore che non sa l'inglese e che mi guardava stranito ogni volta che aprivo bocca,ho ripetuto davanti a Josephine che mi ascoltava basita non capendo cosa le comandavo di fare-Josephine è la Gatta di casa e a malapena capisce l'italiano-e ho ripetuto anche davanti allo specchio che poveretto non poteva batter ciglio.Ho ripetuto sì ma solo oggi che è il quinto giorno va decisamente meglio.Riesco a recitare almeno quattro righe senza cuccare sul foglio....ancora un pò di esercizio e dopodomani sarò prontissima per l'interrogazione.Almeno I hope...this is my italian dream....
Ps: questa è una storia vera.
.....
.."At night the great shrine is lit but often empty.Standing betwen marble colums,I read the Gettiìysburg Address and the second Inaugural Address .I look out over the Reflecting Pool,imagining the crowd stilled by Dr King's mighty cadence,and them beyond that,to the floodlit obelisk and shining Capitol dome.
.And in that place,I think about America and those who built it.This nation's founders,who somehow rose above petty ambitions and narrow calculations to imagine a nation unfurling across a continent.And those like Lincoln and King,who ultimately laid down their lives in the service of perfecting an imperfect union.And all the faceless,nameless men and women,slaves and soldiers and tailors and butchers,constructing lives for themselves and their children and grandchildren,brick by brik,rail by rail,calloused hand by calloused hand,to fill in the lanscape of our collective dreams.
It is that process I wisch to be a part of.
My heart is filled with love for this country."
Queste dieci righe altro non sono che le ultime dieci righe del discorso tenuto davanti al Congresso-in funzione delle imminenti elezioni- da Barrak Obama nell'ottobre del 2008 discorso poi pubblicato nel suo libro "The audacity of Hope"- E fin qui non ci sarebbe niente di male anzi.Sapere cosa pensano gli altri è sempre interessante.Ma il male invece è pensare di far imparare codeste righe a memoria ai propri studenti che oramai di memoria hanno solo quella lunga-sono passati i tempi degli interi canti dell'Inferno !- magica idea del prof americano d'inglese Kevin tempo una settimana. E così a casa nostra è incominciato il tormentone...Bisognava subito scannerizzare e quindi ingrandire e quindi stampare e quindi quadrupilcare il suddetto pezzo di discorso.Quadruplicare sì perchè di queste quattro copie,una andava appesa in cucina,sopra il tavolo così la mattina mentre facevi colazione subito potevi immergerti nell'american dream.Una andava appesa sullo specchio del bagno,si sa mai che mentre ti lavavi i denti ti venisse la voglia di rinforzare il sopraddetto american dream.Una andava appesa sopra il computer così quando andavi a rispondere alla posta una sbirciatina al foglione la potevi anche dare.E infine una copia,"peripatetica" cioè una che ti mettevi in borsa e te la tiravi dietro ovunque tu dovessi andare perchè due minuti liberi tra una spesa e l'altra li trovi sempre.Così tanto per essere chiari finora sono passati cinque giorni ma di dream americano nemmeno un'ombrina !.O meglio sì,ho ripetuto davanti a Ettore che non sa l'inglese e che mi guardava stranito ogni volta che aprivo bocca,ho ripetuto davanti a Josephine che mi ascoltava basita non capendo cosa le comandavo di fare-Josephine è la Gatta di casa e a malapena capisce l'italiano-e ho ripetuto anche davanti allo specchio che poveretto non poteva batter ciglio.Ho ripetuto sì ma solo oggi che è il quinto giorno va decisamente meglio.Riesco a recitare almeno quattro righe senza cuccare sul foglio....ancora un pò di esercizio e dopodomani sarò prontissima per l'interrogazione.Almeno I hope...this is my italian dream....
Ps: questa è una storia vera.
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