Quando
il vento soffia.
Sbucò dalle coperte che erano le sette. Un po' presto, visto che lei doveva andare a
scuola per la seconda ora. Ma era sempre così: quando apriva gli occhi
meglio alzarsi subito. Odiava poltrire nel letto e poi lei a scuola voleva
arrivare in anticipo. Per rispetto alla scuola stessa-diceva sempre-.
Salì
sulla sua Punto che aveva 20 anni e che registrava sì e no 100.000 km.
Parcheggiò nel piazzale al posto n. 15 (e guai se qualcuno osava occuparlo,
doveva restare libero anche nel suo giorno libero), e varcò il portone. Per
arrivare al terzo piano prese l'ascensore. Anzi no, salì a piedi, perché
secondo lei quel "trabiccolo" era una vera trappola per topi. Infatti
poteva accadere benissimo che mentre c'era dentro saltasse la luce...e allora ?
allora lei sarebbe rimasta chiusa al buio, e nessuno avrebbe sentito le sue
grida, ( e anche se le avesse sentite avrebbe fatto finta di non sentirle
-sempre secondo lei-).
Transitò
in sala professori a depositare il suo pastrano rigorosamente blu, come blu
erano le sue scarpe, blu il suo maglione e blu i suoi calzoni. Aprì
l'armadietto e tirò fuori due cose : il suo registro e il suo tablet, anzi non
suo, ma in comodato. Si mise i due oggetti sotto il braccio, cioè infilò
il tablet dentro il registro e cominciò a pattinare su per il corridoio. Dalla
2B usciva un chiasso furibondo…si affacciò alla porta...diabolica magia...tutti
i fanciulli, anzi tuttissimi, si ammutolirono e presero posto nei loro
banchi.
(anzi
fecero di meglio ! uno si tolse il berretto e l'altro gli occhiali da sole).
Meglio
stare in campana con la Martinelli ! Prof di matematica del corsoB.
Raggiunse
quindi la sua classe, la 3B, e lì, prima di entrare, attese qualche
secondo... come i razzi, tutti i gli alunni raggiunsero le loro postazioni,
piazzandosi in piedi a sinistra del banco. Allora lei si degnò di
entrare, e dicendo "seduti" si piazzò alla cattedra.
Fuori
stava tirando un vento sciamannato, così sciamannato da far piegare i rami
anche del faggio posizionato davanti alla finestra. .E poi la domenica,
cioè il giorno prima, l' Inter aveva perso ignominiosamente giocando con
l'ultima sfigata in classifica...E le cose che la Martinelli proprio non
riusciva a sopportare, anzi che le facevano girare i coglioni a elica erano due: il vento e la sconfitta della squadra
del cuore. Quel giorno le due variabili si erano accoppiate e allora...cazzi
acidi!
Infatti
dopo pochi minuti sentenziò: "Oggi ragazzi facciamo una bella provetta
sulle ultime due lezioni". In aula ci fu il panico. Giovanni, il
capoclasse, provò timidamente a dire che non era giusto, perché per un
tema dovevano essere avvisati prima. Ma la prof. Martinelli, per tutta risposta
: "Ah sì ? E chi comanda qui ? E allora Giovanni vai all'armadio,
prendi i fogli di protocollo e distribuiscili". E lei si portò alla
lavagna a scrivere la consegna: "Le progressioni geometriche ".
Quando i ragazzi alla fine dell'ora depositarono i fogli sulla
cattedra, notò che alcuni erano in bianco. Peggio per loro-pensò- E qui venne
il bello. Perché prima di uscire dalla classe doveva scrivere sul tablet
-novità assoluta di quell'anno- la lezione svolta e le assenze. Sul primo
compito non c'erano problemi, ma sulla seconda andò in panico. Il prof della
prima ora si era dimenticato di segnare l'assenza di un ragazzo e adesso come
fare? Il tablet era un marchingegno infernale, per lei che odiava la moderna
tecnologia. Dunque, la cosa non era molto semplice, perché il programma del
tablet non prevedeva l'aggiunta di un'assenza la seconda ora; questa andava
scritta alla prima ora, a meno che questo ragazzo non fosse uscito alla fine
della prima. Ma non era così. Dunque bisognava presupporre che il ragazzo
in questione fosse arrivato prima della prima ora e poi avesse chiesto di
uscire. Era mai possibile? Un vero casino! Così in effetti era giustificata la
sua assenza. Ma a questo si aggiungeva anche il fatto che il tablet al terzo
piano non riuscisse ad agganciarsi al server, così bisognava fare molti
tentativi. Provare ad andare verso la finestra, ma non funzionava, provare ad alzare
il tablet verso l'alto -qualche prof saliva addirittura sulla sedia- ma niente
da fare... ecco invece dove funzionava perfettamente : sopra il bidone dell'immondizia posizionato
sulla scale. E infatti qui, alla fine di ogni ora, convergevano tutti i prof
del terzo piano. Malandrina tecnologia!
L’ora
successiva andò a a fare lezione in 4B, e qui successe la stessa pantomima di
prima…andò alla lavagna e scrisse la consegna : “Calcolo delle probabilità. Parlatene”.
Poi le toccò la 5B .Ma qui di tema non se ne poteva parlare proprio, perché glielo aveva fatto fare la settimana
precedente ,e per di più non aveva ancora portato i temi corretti -a dir la
verità ne aveva guardato solo la metà e poi si era rifiutata di andare avanti :
erano risultati un vero fottutissimo schifezzo – ‘Sti remenghi debosciati non
avevano proprio voglia di studiare !
Se
Dio volle giunse anche la fine delle lezioni: erano esattamente le tredici e un
quarto. Passò dalla sala dei Prof, raccolse il suo pastrano e depositò registro
e tablet nel suo armadietto, anzi no il
registro se lo infilò nella borsa, caso mai non le venisse la voglia di “ “aggiustarlo
un po’”. Quindi prese le scale e qui incontrò la Zinetti, insegnante di diritto che le disse che di
quella 3B non ne poteva proprio più. I ragazzi non studiavano un cavolo. Aveva pure convocati i genitori, ma di venti
alunni se ne erano presentati alle udienze solo cinque ! La Giacopini di economia aziendale affondò il dito nella
piaga : lei non solo non aveva visto i genitori, ma se per quello nemmeno gli alunni,
perché nell’ultima settimana erano andati in marina almeno una decina di mentecatti.
La
prof. Martinelli uscì quindi sul piazzale, e qui tre colleghe le chiesero
se voleva aggiungersi a loro per andare in mensa. “Ma voi siete fuori !”, replicò
subito. Perché lei non sarebbe entrata in un mensa neanche morta. E i motivi erano
due: primo lei era vegetariana e non aveva nessuna intenzione di ingurgitare
brasatini merdosi o cosciette di polli allevati ad antibiotici puri, secondo, in mensa c’era troppo chiasso e a lei
che c’era andata una sola volta, era
sembrato di stare nel terzo girone dell’inferno (quello dei golosi).
Salì
sulla suo Punto e prese la strada di casa. Mangiò una bella minestrina e una
frittatina di uova e poi pensò di farsi una sana pennichella. Quella giornata
di scuola l’aveva stravolta e i calcoli
le uscivano dalle orecchie. Si spatasciò sul divano. Ma dopo dieci minuti suonò
il telefono. Cacchio (lei è molto educata !) si era appena addormentata! Non aveva nessuna voglia di rispondere, ma prese su la cornetta in
automatico….era la Eldabidella che l'avvisava che i colleghi la stavano aspettando..c'era il dipartimento di matematica....Ma questa è farneticante pensò. E controllò velocissimamente l'agenda: cacchio era proprio vero...lei se l'era dimenticato ! Agguantò il suo pastrano,salì sulla Punto e si avviò di razzo verso quella cacchiuta di scuola !
Ehh,
dura la vita dei prof di matematica ! Ma
anche di tutti gli altri, se è per quello.
PS:Questa è una prof che esiste veramente .E' stata la mia compagna di banco del liceo per cinque anni. ( a scuola era un geniaccio !). E lei non molla. Insegna ancora.
CHE DIRE.....LEGGENDO SENTO ANCHE GLI ODORI !!!!!
RispondiEliminaBELLA ...MOLTO BELLA!!!!