-Quella
maledetta di Merkel col suo euro, il suo Maastricht, e la sua dittatura
del trepercento ci ha fatto crepare. Che venga a fare un giro in Lombardia e
vedrà il risultato del grande mercato promesso…le fabbriche sono tutte nella
merda.
-Logico…e
quei farabutti di Monti, poi Letta con Saccomanni e Zanonato…tutti a portare la
croce del trepercento in ginocchio davanti a quella culona… lo capiva anche un
cretino che Maastricht e i suoi parametri erano sbagliati…una moneta unica per
mercati diversi e prodotti diversi non può funzionare…
-Macchè
ostaggi del trepercento. L’italia è ostaggio di una banda di politici figli di
buonadonna che pensa solo a fare cassa…
-Sei mesi
di governo di larghe intese e non è stato tagliato un euro dalle retribuzioni e
dalle pensioni d’oro dei funzionari di stato…
-L’europa
è un bidone, l’euro è un bidone, e chi è più forte pensa ai cazzi suoi…
-Sì, sì..
ringraziamo quel minchione di Prodi che si è venduto sua madre per entrare
nella UE e nella moneta unica…ha perfino inventato la tassa sull’Europa..
-E dove
lo lasci quel mezzo prete di Monti col suo governo tecnico asservito alla
Germania ?
-E Letta
? quello sfigato che di Monti era solo una brutta copia, dove lo metti ?
-Sentite
voi due studiati, mi avete rotto i coglioni con ‘sti discorsi di politica.
Avete assaggiato il risotto ? Una schifezza…devono averlo mantecato con lo
strutto e i funghi sembrano dei sassi..
-Senti
Gino, non fare il sega. Lo sappiamo, lo sappiamo che di mestiere fai il cuoco,
ma in questo posto qui cosa pretendi ?
-E poi
come si fa a mangiarlo senza grana ?. Io ci provo …Signorina ! Non c’è del
grana ?
-Nossignore.
I formaggi nella sua dieta non sono contemplati.
-E allora
‘sto riso se lo mangi lei !
-No,
grazie. Io non mangio mai la roba dell’ospedale.
_E perché
?
- Perché
no me gusta !. Preferisco un toast giù al bar del piano terra!
Poi il
Gino alzò il coperchio del secondo piatto: coscette di pollo al forno farcite
di olive taggiasche accompagnate da finocchi al vapore. Ne addentò una (per la
verità il galateo della tavola per lui era un optional) e Dio si salvi. !
consigliò ai compagni di non mangiarle.. Erano secche come una stropa
perché secondo lui erano del giorno prima. Questa cosa non doveva proprio
dirla. ! Subito l’Achille e il Mauro, i due contabili politicanti, che però si
erano trangugiati il riso senza batter ciglio, gli ubbidirono. Ingurgitarono
solo le due mele cotte.
Ma
l’Oreste no ! Asserì che quella roba era tutta squisita, anzi squisitissima,
perché a casa, sua moglie gli faceva sempre minestre, minestroni,
polente, panade-quando la neva ben anche peverade e omblèt- e uova alla cocche.
Lui
veniva da un paese di montagna- di montagna proprio alta!- e di lavoro, prima
di andare in pensione, faceva il tagliaboschi. Però adesso ne faceva un altro
di lavoro... ”che lo soddisfeva de pù “
Lu l’era
en cazadòr de stele.
-Ah sì ?
! E cosa voleva dire cacciatore di stelle ?
-Lo
capirete stasera. La Carmela, mi ha promesso che mi porta il mio attrezzo. Poi
vedrete.
Infatti
la Carmela arrivò con una valigetta tutta consumata e la depose sul letto.
Subito l’Oreste la aprì e meraviglia….. tirò fuori un treppiedi e un grande
cannocchiale … in pratica aveva in dotazione un telescopio.
Lo montò
e lo posizionò davanti alla finestra. Fece due chiacchiere veloci anzi
velocissime con sua moglie, perché era già in fibrillazione, la congedò, e
subito chiamò vicino i camerati.
Prima
fece una piccola prefazione: lui adesso li (ovviamente non uso’ “il loro”)
faceva vedere il cielo, cioè i pianeti, che a seconda del mese cambiavano
posizione…ora si era in luglio. Chiamò a rapporto prima il Mauro, gli fece
strizzare un occhio e gli disse che prima di tutto doveva osservare la luna per
prenderla come punto di riferimento. Quella sera era piena anzi pienissima,
perché essendo in questo periodo molto vicina alla terra sembrava più grande,
ed era posizionata nella costellazione del capricorno-in gergo era in
capricorno-. Più sopra, a sud est c’era un punto luminoso più piccolo : era
Plutone in sagittario.
Toccò poi
all’Achille : se osservava, ancora a sud est, ma più in basso quasi parallelo
alla luna c’era Saturno-il pianeta con gli anelli gassosi- in Bilancia. E se
poi spostava il telescopio più in basso, verso sud ovest, avrebbe beccato
Marte, il pianeta rosso, in vergine.
L’Oreste
spostò quindi il tele verso sinistra e chiamò il Gino. A lui toccava
individuare, verso sud, Nettuno in Acquario e più sotto a sud est, Urano in
pesci. E basta.
-Come
basta-dissero i due studiati-. E Mercurio e Giove dove caz…si erano cacciati ?!
-Domanda
interessante, bravi !-sentenziò l'Oreste. E spiegò : Mercurio stasera non lo vediamo
perché sorge domani mattina un’ora prima del sole, e Giove, essendo in questo
momento vicino al sole sull'orizzonte occidentale, torneremo a vederlo in
agosto.
-Bene,
oggi i pianeti, e domani le costellazioni. Va bene ?!
Rimasero
tutti e tre basiti…però questo Oreste era proprio uno scienzone … ( loro lo
avevano preso per un impedito) e dopo aver chiuso il tele nella sua
sgangherata valigetta presero posto nei loro letti e si addormentarono contenti
(come dei piccoli bambini deficienti).
Il giorno
dopo, il quarto del loro ricovero, a turno furono portati al piano di sotto per
le Rx al torace, per la Rs all’addome, per parlare con l’anestesista e per
essere-dulcis in fundo-anche depilati..
Intanto
venne a far visita all’Achille, la sua amata consorte, che portò, visto che
tutti di notte e di giorno, sognavano qualcosa di dolce, un modestissimo
sacchettino di prugne secche californiane che suddivise equamente tra i
quattro. Sparirono in un amen, anzi a lei venne il dubbio che qualcuno (tanto
per fare un nome l’Achille ) si fosse ingoiato pure l’osso. Se le ciucciò
giù pure il Mauro, che nella confusione si dimenticò (ma come si fa a
dimenticarselo !) di essere diabetico ! Gli venne un colpo. Chiamò subito la
signorina che le misurò la glicemia…380…Che per favore sua moglie non ne fosse
assolutamente informata. !!,
E la
mattina del quinto giorno…ehvvahiii, era quella giusta…finalmente sarebbero
finiti sotto i ferri ! Si erano rotti i cabbasisi di stare lì ad
aspettare.
Scesero
dalle loro brande e tutti e quattro batterono, l’uno con l’altro, “hi five”.
(ve li immaginate i quattro insemeniti?!).
Si
sarebbero rivisti la sera, anzi la mattina dopo, ancora mezzi
addormentatati…felici come le pasque,.
Con il loro nuovo
cuore di plastica ! (tre bypass ciascuno...)...azz...