martedì 29 luglio 2014

Reparto Cardiochirurgia Primo Piano Stanzanumerotre.




-Quella maledetta di Merkel  col suo euro, il suo Maastricht, e la sua dittatura del trepercento ci ha fatto crepare. Che venga a fare un giro in Lombardia e vedrà il risultato del grande mercato promesso…le fabbriche sono tutte nella merda.
-Logico…e quei farabutti di Monti, poi Letta con Saccomanni e Zanonato…tutti a portare la croce del trepercento in ginocchio davanti a quella culona… lo capiva anche un cretino che Maastricht e i suoi parametri erano sbagliati…una moneta unica per mercati diversi e prodotti diversi non può funzionare…
-Macchè ostaggi del trepercento. L’italia è ostaggio di una banda di politici figli di buonadonna che pensa solo a fare cassa…
-Sei mesi di governo di larghe intese e non è stato tagliato un euro dalle retribuzioni e dalle pensioni d’oro dei funzionari di stato…
-L’europa è un bidone, l’euro è un bidone, e chi è più forte pensa ai cazzi suoi…
-Sì, sì.. ringraziamo quel minchione di Prodi che si è venduto sua madre per entrare nella UE e nella moneta unica…ha perfino inventato la tassa sull’Europa..
-E dove lo lasci quel mezzo prete di Monti col suo governo tecnico asservito alla Germania ?
-E Letta ? quello sfigato che di Monti era solo una brutta copia, dove lo metti ?
-Sentite voi due studiati, mi avete rotto i coglioni con ‘sti discorsi di politica. Avete assaggiato il risotto ? Una schifezza…devono averlo mantecato con lo strutto e i funghi sembrano dei sassi..
-Senti Gino, non fare il sega. Lo sappiamo, lo sappiamo che di mestiere fai il cuoco, ma in questo posto qui cosa pretendi ?
-E poi come si fa a mangiarlo senza grana ?. Io ci provo …Signorina ! Non c’è del grana ?
-Nossignore. I formaggi nella sua dieta non sono contemplati.
-E allora ‘sto riso se lo mangi lei !
-No, grazie. Io non mangio mai la roba dell’ospedale.
_E perché ?
- Perché no me gusta !. Preferisco un toast giù al bar del piano terra!
Poi il Gino alzò il coperchio del secondo piatto: coscette di pollo al forno farcite di olive taggiasche accompagnate da finocchi al vapore. Ne addentò una (per la verità il galateo della tavola per lui era un optional) e Dio si salvi. !  consigliò ai compagni di non mangiarle.. Erano secche come una stropa perché secondo lui erano  del giorno prima. Questa cosa non doveva proprio dirla. ! Subito l’Achille e il Mauro, i due contabili politicanti, che però si erano trangugiati il riso senza batter ciglio, gli ubbidirono. Ingurgitarono solo le due mele cotte.
Ma l’Oreste no ! Asserì che quella roba era tutta squisita, anzi squisitissima, perché a  casa, sua moglie gli faceva sempre minestre, minestroni, polente, panade-quando la neva ben anche peverade e omblèt- e uova alla cocche.
Lui veniva da un paese di montagna- di montagna proprio alta!- e di lavoro, prima di andare in pensione, faceva il tagliaboschi. Però adesso ne faceva un altro di lavoro... ”che lo soddisfeva de pù “
Lu l’era en cazadòr de stele.
-Ah sì ? ! E cosa voleva dire cacciatore di stelle ?
-Lo capirete stasera. La Carmela, mi ha promesso che mi porta il mio attrezzo. Poi vedrete.
Infatti la Carmela arrivò con una valigetta tutta consumata e la depose sul letto. Subito l’Oreste la aprì e meraviglia….. tirò fuori un treppiedi e un grande cannocchiale … in pratica aveva in dotazione un telescopio. 
Lo montò e lo posizionò davanti alla finestra. Fece due chiacchiere veloci anzi velocissime con sua moglie, perché era già in fibrillazione, la congedò, e subito chiamò vicino i camerati.
Prima fece una piccola prefazione: lui adesso li (ovviamente non uso’ “il loro”) faceva vedere il cielo, cioè i pianeti, che a seconda del mese cambiavano posizione…ora si era in luglio. Chiamò a rapporto prima il Mauro, gli fece strizzare un occhio e gli disse che prima di tutto doveva osservare la luna per prenderla come punto di riferimento. Quella sera era piena anzi pienissima, perché essendo in questo periodo molto vicina alla terra sembrava più grande, ed era posizionata nella costellazione del capricorno-in gergo era in capricorno-. Più sopra, a sud est c’era un punto luminoso più piccolo : era Plutone in sagittario.
Toccò poi all’Achille : se osservava, ancora a sud est, ma più in basso quasi parallelo alla luna c’era Saturno-il pianeta con gli anelli gassosi- in Bilancia. E se poi spostava il telescopio più in basso, verso sud ovest, avrebbe beccato Marte, il pianeta rosso, in vergine.
 L’Oreste spostò quindi il tele verso sinistra e chiamò il Gino. A lui toccava individuare, verso sud, Nettuno in Acquario e più sotto a sud est, Urano in pesci. E basta.
-Come basta-dissero i due studiati-. E Mercurio e Giove dove caz…si erano cacciati ?!
-Domanda interessante, bravi !-sentenziò l'Oreste.  E spiegò : Mercurio stasera non lo vediamo perché sorge domani mattina un’ora prima del sole, e Giove, essendo in questo momento vicino al sole sull'orizzonte occidentale, torneremo a vederlo in agosto.
-Bene, oggi i pianeti, e domani le costellazioni. Va bene ?!
Rimasero tutti e tre basiti…però questo Oreste era proprio uno scienzone … ( loro lo avevano preso per un impedito)  e dopo aver chiuso il tele nella sua sgangherata valigetta presero posto nei loro letti e si addormentarono contenti (come dei piccoli bambini deficienti).
Il giorno dopo, il quarto del loro ricovero, a turno furono portati al piano di sotto per le Rx al torace, per la Rs all’addome, per parlare con l’anestesista e per essere-dulcis in fundo-anche depilati..
Intanto venne a far visita all’Achille, la sua amata consorte, che portò, visto che tutti  di notte e di giorno, sognavano qualcosa di dolce, un modestissimo sacchettino di prugne secche californiane che suddivise equamente tra i quattro. Sparirono in un amen, anzi a lei venne il dubbio che qualcuno (tanto per fare un nome l’Achille ) si fosse ingoiato  pure l’osso. Se le ciucciò giù pure il Mauro, che nella confusione si dimenticò (ma come si fa a dimenticarselo !) di essere diabetico ! Gli venne un colpo. Chiamò subito la signorina che le misurò la glicemia…380…Che per favore sua moglie non ne fosse assolutamente informata. !!,
E la mattina del quinto giorno…ehvvahiii, era quella giusta…finalmente sarebbero finiti sotto i ferri !  Si erano rotti i cabbasisi di stare lì ad aspettare.
Scesero dalle loro brande e tutti e quattro batterono, l’uno con l’altro, “hi five”. (ve li immaginate i quattro insemeniti?!).
Si sarebbero rivisti la sera, anzi la mattina dopo, ancora mezzi addormentatati…felici come le pasque,.
 Con il loro nuovo cuore di plastica ! (tre bypass ciascuno...)...azz...


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