La colazione dei canottieri.
Era la volta dei formaggi : sul
tagliere erano posizionati un eccellente Roquefort, un superbo Camenbert e una
piccola formina di Caprice de Deux… quando si sentì bussare violentemente alla
porta. Paul pensò subito che fosse qualcuno che stava sbagliando piano o
indirizzo, ma visto che quel sciamannato non voleva desistere, si alzò
incazzato e andò ad aprire… macché sciamannato, questa era una sciamannata.
Entrò di corsa come una furia, si avvicinò al tavolo e cominciò a urlare (.Indovinate
contro chi !) “Ehi tu bellimbusto. Altro che riunione degli avvocati del cazzo
! Sei venuto qui a pescare un’altra sgualdrinella. Alza quel culo e seguimi. Ti
do due minuti di tempo”. Il marito diventato paonazzo di un colore tendente al
viola cardinale, di fronte alla moglie non disse neanche un amen. Si alzò,
ricuperò giacca e cilindro e la seguì. La dolce signora uscì sbattendo tacchi e
anche la porta.
E dicono che giù per le scale lei
prendesse a pesanti ombrellate il fedifrago marito…
Era un giorno afoso di agosto, ma
gli amici Gustavo, Pierre, Paul ed Eugene, non desistettero.: il giro in canoa
era stato programmato dalla domenica precedente. Presero i loro remi e ognuno
si posizionò nella propria. E incominciarono
a vogare.
Intorno, lungo le rive del fiume,
cespugli di lavanda, giaggioli, i cui semi portati dal vento da chissàdove, frinii
di grilli e di cicale che con quel caldo cantavano impazzite. Ogni tanto, in
qualche insenatura, si poteva scorgere qualche piccolo di anitra dimenticato dalla
madre. E nell’aria un profumo di rose selvatiche…
I quattro compagni continuavano a
vogare, ma ad un tratto il giro tranquillo e pacifico, si tramutò in gara: il
primo che arrivava sotto il ponte doveva pagare il pranzo agli altri. Pierre
era in prima posizione, Gustavo lo superò velocemente, guadagnò terreno anche
Paul, che essendo il più forzuto dava dentro nei remi con più vigore. A Eugene
invece non piaceva competere, perciò se la prese con calma, anzi lui il fiume
lo navigò a zig zag, e quindi altro che ultimo ! Tagliò il traguardo Paul, che con le sue remate
veloci -sembrava Caron demonio dagli occhi di sbragia ! - seminò gli altri due.
Tornarono indietro fischiettando e
giunti al Circolo, tirarono fuori dall’acqua le canoe depositandole sui sassi. Erano sudati marci e
avevano bisogno immediato di bere
qualcosa di fresco. Salirono quindi la
scaletta e raggiunsero il balcone che
dava sul fiume. A dir la verità, più che un balcone era una terrazza, posto che
fungeva da piccolo ristorante per il Circolo Canottieri per l’appunto. Sotto di
essa due piante di glicini, i cui rami si inerpicavano lungo i bastoni che
sorreggevano la grande tenda bianca a righe gialle. Furono accolti da un breve
battimano… E scorsero Aline, Ellen,
Alphonsine e Angele, sedute a una tavola degnamente imbandita… questa sì che era
una sorpresa. ! Si sedettero : Pierre prese subito una bottiglia di vino
bianco e portandola verso l’alto “Brindo
alla vittoria dell’amico Paul”-esclamò ridacchiando. E riempì i bicchieri di
tutti. Ma con pronta risposta Ellen:
“Grazie bel giovine, ma a dir la verità noi abbiamo più fame che sete”. E si
mise a tagliare una baguette a pezzi, poi
ne tagliò un'altra e poi un'altra ancora e distribuì i pezzi di pane agli amici : passò poi il vassoio del prosciutto, del
salame e il piatto del burro salato. I meloni erano ancora intonsi e a questi
provvide il buon Gustavo, che li tagliò a spicchi e dopo aver tolto i semi
depose due fettine nel piatto di ciascuno.
Le fanciulle erano tutte ben
agghindate nonostante il caldo: gonne
lunghe, giacchettine leggere da cui uscivano camicie bianche con colli
inamidati e merlettati e sul capo deliziosi cappellini color pastello, che ben
risaltavano a confronto di quelli portati dagli uomini: i loro cappelli di
paglia assomigliavano a quelli dei gondolieri
di Venezia ! La più sfacciatamente vestita era comunque Ellen, dotata di una scollatura
da far voglia anche a un morto! Dicevano che di professione facesse l’attrice, ma
chi si era ben informato aveva invece scoperto che faceva la ballerina in un
localino di mal affare. Non apparteneva proprio al giro delle amiche qui
convenute, ma ogni tanto riusciva ad appiccicarsi a loro. Il suo scopo era
lungimirante: lì infatti al Circolo era solito bazzicare anche l’avvocato
Barbier, che seppur sposato aveva la fama di libertino e lei doveva assolutamente
imbarcarselo. Negli ultimi tempi era a corto di danaro e forse sarebbe riuscita
a scucirgli qualche bel franco ! E infatti quel giorno lui era proprio lì, vestito
di tutto punto: giacca e cilindro nero. Dopo
qualche esitazione si unì anche lui all’allegra tavolata e si mise a sedere
proprio vicino a Ellen. Ci fu un denso parlottio intramezzato da piccole
educate risate, quello delle donne, un po’ più sguaiato quello dei maschi.
A un certo punto si alzò in piedi
Pierre: ”Signori qui presenti, io vorrei permettermi di brindare anche a
qualcosa d’altro …e precisamente a un fidanzamento…” Le ragazze si guardarono
in faccia l’una con l’altra… Che scherzo stava combinando quel babbeo ?
Però osservando bene, una sola di loro
diventò rossa…”E precisamente la qui
presente Aline diventerà la giovane sposa del nostro Paul …eh lo sapevo che
questa era una notizia inedita, ma ho chiesto il premesso per comunicarvelo. Lui
non aveva il coraggio “.
Le amiche avrebbero voluto andare
ad abbracciare Aline, ma non poterono: Sophie, la cagnolina che lei teneva in
braccio cominciò a ringhiare…” Garcòn, portaci una bottiglia di Veuve Clicquot bello
fresco. Offro io, dato che sarò uno dei testimoni”. Furono riempiti i bicchieri
di tutti e quindi alzandosi di nuovo in piedi, ”Congratulazioni, evviva gli sposi
!“.
“E adesso proporrei una cosa:
stasera tutti da Paul per una buon piatto di spaghetti. Fatti all’italiana
però!”
Nel tardo pomeriggio a Schatou cominciò a piovere ,di una pioggerellina fine,
tipica dei temporali estivi. La sera
l’allegra comitiva si trovò sotto
il portone; per ultimo si aggiunse a loro anche l’avvocato! Insieme salirono le
scale. L’ospite abitava al quarto piano e giunsero in cima col fiatone : gli
uomini portavano in mano una bottiglia
di vino ciascuno, anzi no Gustavo portava un pacchettino che emanava uno strano
odore, Angele un cestino di uva bianca, Ellen
una sporta di tela con dentro le baguette, Alphonsine un piccolo dolce
di mele fatto da lei conservato in una scatola, mentre Aline doveva solo
preoccuparsi di non far cadere Sophie dal braccio !
Entrarono: tele dappertutto, pennelli
e vasi di colore a terra…un vero casino.
Pierre non poté fare a meno di dire :”Olalà
ragazzo, non penso che quando sarete sposati, Aline ti permetterà tutto ‘sto
disordine.” Apparecchiarono la tavola, ma quando misero
le sedie si accorsero che ne mancavano due, così andarono a recuperare i due
sgabelli che Paul utilizzava per dipingere. Pierre cucinò gli spaghetti che condì con pomodori crudi e basilico. Ciascuno
ne mangiò un piatto abbondante, a parte Ellen che faceva la schifiltosa
pensando alla linea. Lei però non si risparmiò sul vino. Doveva pur far modo
che anche l’avvocato bevesse…
NB: questa è una,mia libera interpretazione del quadro di Renoir "La colazione dei canottieri".