martedì 29 luglio 2014

Reparto Cardiochirurgia Primo Piano Stanzanumerotre.




-Quella maledetta di Merkel  col suo euro, il suo Maastricht, e la sua dittatura del trepercento ci ha fatto crepare. Che venga a fare un giro in Lombardia e vedrà il risultato del grande mercato promesso…le fabbriche sono tutte nella merda.
-Logico…e quei farabutti di Monti, poi Letta con Saccomanni e Zanonato…tutti a portare la croce del trepercento in ginocchio davanti a quella culona… lo capiva anche un cretino che Maastricht e i suoi parametri erano sbagliati…una moneta unica per mercati diversi e prodotti diversi non può funzionare…
-Macchè ostaggi del trepercento. L’italia è ostaggio di una banda di politici figli di buonadonna che pensa solo a fare cassa…
-Sei mesi di governo di larghe intese e non è stato tagliato un euro dalle retribuzioni e dalle pensioni d’oro dei funzionari di stato…
-L’europa è un bidone, l’euro è un bidone, e chi è più forte pensa ai cazzi suoi…
-Sì, sì.. ringraziamo quel minchione di Prodi che si è venduto sua madre per entrare nella UE e nella moneta unica…ha perfino inventato la tassa sull’Europa..
-E dove lo lasci quel mezzo prete di Monti col suo governo tecnico asservito alla Germania ?
-E Letta ? quello sfigato che di Monti era solo una brutta copia, dove lo metti ?
-Sentite voi due studiati, mi avete rotto i coglioni con ‘sti discorsi di politica. Avete assaggiato il risotto ? Una schifezza…devono averlo mantecato con lo strutto e i funghi sembrano dei sassi..
-Senti Gino, non fare il sega. Lo sappiamo, lo sappiamo che di mestiere fai il cuoco, ma in questo posto qui cosa pretendi ?
-E poi come si fa a mangiarlo senza grana ?. Io ci provo …Signorina ! Non c’è del grana ?
-Nossignore. I formaggi nella sua dieta non sono contemplati.
-E allora ‘sto riso se lo mangi lei !
-No, grazie. Io non mangio mai la roba dell’ospedale.
_E perché ?
- Perché no me gusta !. Preferisco un toast giù al bar del piano terra!
Poi il Gino alzò il coperchio del secondo piatto: coscette di pollo al forno farcite di olive taggiasche accompagnate da finocchi al vapore. Ne addentò una (per la verità il galateo della tavola per lui era un optional) e Dio si salvi. !  consigliò ai compagni di non mangiarle.. Erano secche come una stropa perché secondo lui erano  del giorno prima. Questa cosa non doveva proprio dirla. ! Subito l’Achille e il Mauro, i due contabili politicanti, che però si erano trangugiati il riso senza batter ciglio, gli ubbidirono. Ingurgitarono solo le due mele cotte.
Ma l’Oreste no ! Asserì che quella roba era tutta squisita, anzi squisitissima, perché a  casa, sua moglie gli faceva sempre minestre, minestroni, polente, panade-quando la neva ben anche peverade e omblèt- e uova alla cocche.
Lui veniva da un paese di montagna- di montagna proprio alta!- e di lavoro, prima di andare in pensione, faceva il tagliaboschi. Però adesso ne faceva un altro di lavoro... ”che lo soddisfeva de pù “
Lu l’era en cazadòr de stele.
-Ah sì ? ! E cosa voleva dire cacciatore di stelle ?
-Lo capirete stasera. La Carmela, mi ha promesso che mi porta il mio attrezzo. Poi vedrete.
Infatti la Carmela arrivò con una valigetta tutta consumata e la depose sul letto. Subito l’Oreste la aprì e meraviglia….. tirò fuori un treppiedi e un grande cannocchiale … in pratica aveva in dotazione un telescopio. 
Lo montò e lo posizionò davanti alla finestra. Fece due chiacchiere veloci anzi velocissime con sua moglie, perché era già in fibrillazione, la congedò, e subito chiamò vicino i camerati.
Prima fece una piccola prefazione: lui adesso li (ovviamente non uso’ “il loro”) faceva vedere il cielo, cioè i pianeti, che a seconda del mese cambiavano posizione…ora si era in luglio. Chiamò a rapporto prima il Mauro, gli fece strizzare un occhio e gli disse che prima di tutto doveva osservare la luna per prenderla come punto di riferimento. Quella sera era piena anzi pienissima, perché essendo in questo periodo molto vicina alla terra sembrava più grande, ed era posizionata nella costellazione del capricorno-in gergo era in capricorno-. Più sopra, a sud est c’era un punto luminoso più piccolo : era Plutone in sagittario.
Toccò poi all’Achille : se osservava, ancora a sud est, ma più in basso quasi parallelo alla luna c’era Saturno-il pianeta con gli anelli gassosi- in Bilancia. E se poi spostava il telescopio più in basso, verso sud ovest, avrebbe beccato Marte, il pianeta rosso, in vergine.
 L’Oreste spostò quindi il tele verso sinistra e chiamò il Gino. A lui toccava individuare, verso sud, Nettuno in Acquario e più sotto a sud est, Urano in pesci. E basta.
-Come basta-dissero i due studiati-. E Mercurio e Giove dove caz…si erano cacciati ?!
-Domanda interessante, bravi !-sentenziò l'Oreste.  E spiegò : Mercurio stasera non lo vediamo perché sorge domani mattina un’ora prima del sole, e Giove, essendo in questo momento vicino al sole sull'orizzonte occidentale, torneremo a vederlo in agosto.
-Bene, oggi i pianeti, e domani le costellazioni. Va bene ?!
Rimasero tutti e tre basiti…però questo Oreste era proprio uno scienzone … ( loro lo avevano preso per un impedito)  e dopo aver chiuso il tele nella sua sgangherata valigetta presero posto nei loro letti e si addormentarono contenti (come dei piccoli bambini deficienti).
Il giorno dopo, il quarto del loro ricovero, a turno furono portati al piano di sotto per le Rx al torace, per la Rs all’addome, per parlare con l’anestesista e per essere-dulcis in fundo-anche depilati..
Intanto venne a far visita all’Achille, la sua amata consorte, che portò, visto che tutti  di notte e di giorno, sognavano qualcosa di dolce, un modestissimo sacchettino di prugne secche californiane che suddivise equamente tra i quattro. Sparirono in un amen, anzi a lei venne il dubbio che qualcuno (tanto per fare un nome l’Achille ) si fosse ingoiato  pure l’osso. Se le ciucciò giù pure il Mauro, che nella confusione si dimenticò (ma come si fa a dimenticarselo !) di essere diabetico ! Gli venne un colpo. Chiamò subito la signorina che le misurò la glicemia…380…Che per favore sua moglie non ne fosse assolutamente informata. !!,
E la mattina del quinto giorno…ehvvahiii, era quella giusta…finalmente sarebbero finiti sotto i ferri !  Si erano rotti i cabbasisi di stare lì ad aspettare.
Scesero dalle loro brande e tutti e quattro batterono, l’uno con l’altro, “hi five”. (ve li immaginate i quattro insemeniti?!).
Si sarebbero rivisti la sera, anzi la mattina dopo, ancora mezzi addormentatati…felici come le pasque,.
 Con il loro nuovo cuore di plastica ! (tre bypass ciascuno...)...azz...


Giorgio è arrivato ? E’ arrivato Giorgio ? Io sono pronta per Sanremo.




La signora Tina, 92 anni, si è vestita di tutto punto: un leggero rossetto rosato, tailleur grigio con sotto una camicia bianca con vollaint, collana di perle, orecchini in pandant, scarpe marron a mezzo tacco, borsettina marron a spalla; e sta posizionata accanto al termosifone. Aspettando. La porta a vetri si apre ed entra la SignorinaBionda : “E’ arrivato Giorgio (pronunciato con due O chiuse) ? Giorgio (pronunciato con due o chiuse) è arrivato ?  Io sono pronta per Sanremo”.
Ma la SignorinaB. : “Tina, ma ti sembra che oggi ci sia un così bel tempo per andare a Sanremo?! Piove che dio la manda !”
Alchè la signora Tina, “Beh non importa, Giorgio (pronunciato con due O chiuse) verrà domani. Vero che verrà domani Giorgio (pronunciato con due O chiuse) ?”Quindi apre la sua borserttina, tira fuori i fazzoletto pizzuto, ci da una soffiatina e poi dando un’alzatina alla spalla destra si avvia zompettando verso la sua stanza.
Intanto la SignorinaBionda entra nel suo sgabuzzino e sfoglia le cartelle: tutto a posto, nessuna novità, il che significa andare alla 318 a controllare la pressione, alla 342 a misurare la glicemia, alla 346 a fare l’enoxaparina, alla 348 a dare l’antidepressivo, alla 350 a controllare se la Dora è riuscita ad andare in bagno…. E comincia il suo giro ordinatamente. Come sempre compare dal nulla Carmelina(88 anni) :“Ah che bello sei arrivata! Posso venire con te?” E le mette il braccio sotto il suo, strampegandole dietro come un passerotto. Quindi  la SBionda deve entrare nella 318: “Come andiamo oggi? Passata la febbre? Prendiamo la pressione“, Rosy le porge il braccio  destro e ubbidiente tiene la mano ferma. “ La minima è troppo alta, ma hai preso la pastiglia Rosy?”,  “Certo che l’ho presa, gioia”, “ Ma se ne vedo una qui sul piattino... “, “...Oh scusami gioia, ho proprio la memoria che funziona male “, “Su su alzati seduta che la prendiamo adesso”. E Carmelina, fuori, immobile come una statua, ritta in piedi ad aspettare. Con le mani in tasca della vestaglia e un sorriso largo fino alle orecchie.  
Arrivano alla 320, “Ehi Marisoti come stiamo ?”,  “Sono qui che mi guardo il Berlusca alla tele. Sentito ? Ha appena detto che si è preso una morosa di 50 annidi meno. Quello lì non è mica normale, anzi è un vero perverso. Ma come si fa a mettersi con una bambina ?”, “ Ma Marisoti la bambina ha 28 anni ! E poi che c’è di male  ?”,  “Dico che quello lì è un pedofilo, che si vergogni ! Glielo dice una signora che di anni ne ha 102 ! “,“ E vabbè dai, spererà di farsi un po’ di pubblicità in più visto che si è candidato alle europee”.”Macchè europee, ma chi lo vuole quell’imbalsamato ? Ha definito la sua Francesca una sinfonia. Altro che sinfonia.  Quella è furba come il diavolo. Ha trovato il piccione imbesuito da spennare. Se ne accorgerà in fretta. E poi ha anche detto che la giustizia italiana è una cosa merdosa…” “Mary, ma ha detto proprio così ? cioè merdosa, alla televisione ?”” Sissignora, ha detto che la giustizia italiana è merdosa perché invece di assolverlo lo hanno mandato ai servizi sociali.”
E Carmelina,  che di cultura ne ha pochissima -anzi negli ultimi tempi ha perso anche quella che aveva, per via della demenza senile galoppante - da’ uno strattone alla Sbionda “Non voglio parlare mai  più con quella lì,  vuole sempre fare la maestrina dalla penna rossa a tutti!”(in effetti la Marisoti era stata un'insegnante elementare).
Si passa alla 322. “Oddio, dove è finita l’Eldina?... Ehi Mario, (il collega della sbionda),qui manca l’Eldina, dove è andata? non l’ho vista sul corridoio!”, E lui: “Te lo dico io dov’è: Ugo, chiamatemi l’Ugo!”. Ugo (50enne con la sindrome di Dawn) arriva quasi, dico quasi di corsa-si fa per dire perché in realtà è un po’ insemenito, un insemenito buono però-  “A rapporto, che c’è Mario ?” , e lui “ Te lo dico io cosa c’è ! Hai portato al bagno l’Eldina ?”, “ Certo che ce l’ho portata.”, “ Ma sei andato a riprenderla ?” , “ Veramente non mi ricordo, anzi sì, adesso me lo ricordo, mi sono dimenticato di andare a prenderla. Ma poi posso dire una cosa? mi sono…mi sono rotto i coglioni-sacrosante parole sue- di spingere quella carrozzella che va sempre storta.”  ”Ugo senti. Della carrozzina ne parleremo un’altra volta, ma adesso vai a riprendere subito l’Eldina e chiedile scusa per averla lasciata un’ora in bagno“, “Ai suoi ordini capo”. Lo segue anche la Sbionda, perché l’Eldina avrà bisogno di essere consolata, é già la terza volta questa settimana che Ugo la porta al cesso e poi se la dimentica dentro.
Stanza 324: “Cesare come andiamo ? “ “Bene, ma ho fame. Mi potete portare adesso il pranzo? “ “Adesso? Ma hai fatto colazione un’ora fa! “”E’ lo stesso. Io voglio il pranzo adesso.”” Ma Cesare la cucina ci manda su il pranzo a mezzogiorno, non prima !”.  E allora lui si mette a piagnucolare disperato e niente lo può consolare. E’ da cinque anni che fa così tutti i giorni. E’ perché-hanno spiegato-lui quando viveva a casa sua, subito dopo pranzo, veniva a  trovarlo la figlia. Ma da quando lo hanno messo qui, sua figlia non si è mai vista -si è trasferita tra l’altro, per sfiga a Messina--.E lui, gravemente parkinsoniano, non riesce a capire questa cosa. Si ricorda solo che subito dopo mangiato Nunzia veniva a fargli visita. Perciò vorrebbe chiedere due pranzi al giorno se potesse, perché così le speranze diventerebbero due.
Si fanno le dieci. E tutto tace .Gli ospiti dell’albergo.”Belsorriso gioioso”, sono tutti nei loro letti a dormire.
Ma nella 330 qualcosa si muove. Il signor Eugenio, pian piano esce dal suo letto. Aiutandosi con le stampelle, si veste: camicia bianca, cravatta, calzoni grigi, scarpe alte e poi indossa l’ultimo indumento che più lo soddisfa: la sua bella giacca verde con sulla spalla i gradi di colonnello. Si siede sulla sua carrozzella, esce sul corridoio e comincia il suo giro di ronda, come aveva fatto per cinquantun anni, visto che adesso di anni ne ha 84.Entra nelle stanze una a una, e con la luce della sua piletta, controlla letto per letto…tutti i soldati del suo battaglione devono assolutissimamente, fottutissimamente essere nelle loro brande a quell’ora…perchè il giorno dopo, svegli all’alba per le esercitazioni……Solo quando entra nella camera della Marisoti succede un po’ di casino, il solito casino sciamannato.
La Marisoti, che nonostante la sua età, è la  più vispa di tutti, si addormenta sempre tardi, e lei l’Eugenio non lo sopporta, anzi quasi lo teme. Così appena che sente quel silenzioso cigolio delle ruote della carrozzella avvicinarsi al suo letto, si attacca subito al campanello… e comincia a sbraitare:” E’ arrivato l’Eugenio. Io non voglio l’Eugenio. Per favore portatemi via l’Eugenio. E quando la sbionda arriva ansimante  su al terzo piano, l’Eugenio è già bello che sparito... e’ lì che dorme come un angioletto nel suo letto (naturalmente vestito sotto le coperte e con gli occhietti chiusi per finta ). E questa cosa tremebonda accade tutte le sere, per 365 giorni all’anno, moltiplicati per sette, dato che il colonello è  ricoverato lì da sette anni, in pratica da quando l’ictus gli ha tolto l’uso delle gambe e anche un po’,-anzi un po’ tanto - del cervello.
A proposito del signor Eugenio  , lui fin quando  stava bene, deve esser stato uno slandrone di prima categoria. Perché la sbionda riceve spesso delle telefonate strane. “Pronto ? Sono Assunta, la moglie del colonello, posso parlare con mio marito ?” “Certamente signora, le passo la linea”. Dopo 10 minuti seconda telefonata. “Pronto sono Assunta, la moglie del colonnello, posso parlare con Eugenio ?” “ Scusi signora, ma è successo qualcosa ? Ci siamo sentite dieci minuti fa”…”Ah sì ? Ascolti bene signorina, quella non era la moglie, perché l’unica moglie sono io, capito ? Capito signorina ?!”.



PS: questa storia è totalmente vera. Mi è stata raccontata dalla Sbionda!

Dice la SBionda...

Dice la SBionda...

Mia nonna novantacinquenne mi diceva sempre che ci sono tre cose importanti della vita da non dimenticare mai: la prima è che per nessun motivo ci si deve stancare di guardare il mondo con lo stupore di occhi bambini, la seconda è che si deve sbagliare cocciutamente per imparare meglio e la terza, prepararsi a compiere 96 anni... In una maniera insolita, ho pensato a queste parole il mio primo giorno di lavoro qui a *** (precisando subito che non c'era traccia di stupore nei miei occhi, ma solo terrore!). Mi sarei spinta verso qualcosa di sconosciuto e imprevedibile, più o meno pronta a verificare quello che avevo imparato e imparare a conoscere qualcosa di nuovo. I primi giorni si concentra la fretta di sapere, attraverso l'ansia di essere corretti, di accumulare nozioni e di dissipare dubbi. Certo, il ricordo di me che corro all'impazzata nei corridoi non è ancora sbiadito, ma mai come adesso capisco che lo stupore con cui mi sono immersa in questa esperienza e le batoste che hanno mostrato la buona strada, mi hanno permesso di intendere piano piano questa realtà. Che racchiude dentro di sé un mondo intero e molto complesso, brulicante di storie. Qui, fuori dal recinto ospedaliero, mi sono messa in ascolto e ho scoperto il valore della persona che si considera quando la si accudisce, la si cura e la si medica. Le emozioni belle e quelle più difficili fanno il paio tra di loro e ti prendono alla sprovvista, ma quello che rimane infine sono una somma di carezze gentili. Vorrei ringraziare tutti gli ospiti che mi hanno permesso di entrare nelle loro vite e tutti voi in generale ( tutta la “squadra”e tutti i preziosi volontari) che mi avete accolta. In questo tempo ho attinto da voi, che siete e sarete sempre la mia grande risorsa!

PS: Sono molto orgogliosa di poter pubblicare queste 20 righe che la SBionda ( 22anni e alla sua prima esperienza) ha scritto dedicandolo ai suoi ospiti dell'albergo "Bel sorriso gioioso" in cui lavora.


mercoledì 5 febbraio 2014

Destinazione Sorrento.



Giungemmo a Sorrento, sotto una pioggia furibonda, davanti all’Hotel Splendid, che erano le sei di sera. Eravamo partiti da scuola all’alba e ci eravamo sciroppati undici ore di viaggio. L’autista cercò ,per farci sbarcare, un po’ di spazio libero davanti all’albergo, ma nisba, il parcheggio era tutto occupato. Allora il pullmann si spostò più avanti di 100 mt. Il conduttore scese, e aprì gli sportelloni dei bagagli. Gli alunni ,e precisamente quelli della  terza B e la terza D, perché solo le terze si potevano permettere la gita di fine anno di quattro giorni, scesero giù come bufali impazziti, e con molta confusione, no, questo zaino è mio, il tuo e’ rosso,...vuoi sbranarti o no a spostare il tuo trolley che sta schiacciando il mio ?...,ehi impedito vuoi muovere o no il culo per beccare la tua sacca, la mia è sotto la tua- finalmente ognuno brancò il proprio fardello e si avvio’ verso l’hotel sotto una pioggia che era diventata ancora più furibonda. Le creature si accalcarono tutte contro il banco della hall. Le camere prenotate per i ragazzi  erano diciotto, e precisamente dieci da due persone e otto da tre. Come si sarebbero combinate ? Putiferio…cominciò il putiferio:…io voglio stare con il Benini e il Berti, io con la Sartori e la Ghezzi, io solo con il Betta,io con il Maroadi e con il Santoni…ma ,tu Santoni non avevi detto che volevi stare con noi?…,perché solo le signorine possono avere camere da due ?   noi invece vorremmo stare in un camera da quattro, perché noi di Tenno vogliamo stare insieme…
Ah sì ? E bravi i nostri ragazzi ! E secondo voi, noi vi faremmo scegliere i compagni di stanza a vostro piacimento ? State freschi ! E subito il Bianchetti, il prof capogita,-insegnante di storia dell'arte- tirò fuori dalla tasca un bel foglione bianco che posizionò sul banco…Ecco-disse-adesso ve la faccio io la formazione delle camere -.Leggerò a voce alta i nomi dei componenti di ogni stanza…voi prendete la chiavi e filate ! Andò tutto più o meno liscio ,nel senso che i ragazzi non si azzardarono a dire baf, ma per le ultime due stanze che toccavano a quattro femmine uscì un problema, anzi “un problemaccio”: nessuno voleva stare con l’Irene perché secondo le altre tre, lei puzzava. Dopo strepiti e perfino pianti-di fronte a ll’Irene basita!- uscì fuori l’ideona: si sarebbe fatto un sorteggio: vennero scritti i quattro nomi su quattro foglietti, e il Bianchetti (sempre lui) pescò : l’Irene sarebbe stata con la Francesca, e poche storie…E così fu.
Prendemmo l’ascensore e raggiungemmo il secondo piano, messo tutto a nostra disposizione, comprese le due camere che davano su un corridoio  a cui si accedeva tramite quattro scalini. Dunque dieci stanze occupate da femmine, otto da maschietti, più le quattro singole di noi insegnanti,( che poi non erano singole bensì doppie usate come tali). Queste erano poste in posizione strategica: ognuna di esse era piazzata ogni cinque stanze : il piccolo esercito  banditesco avrebbe avuto una torretta di controllo nel posto perfetto.
L’appuntamento per la cena era alle otto. Permettemmo che i ragazzi si mettessero ai tavoli con i compagni che desideravano…il problema era sempre l’Irene che si trovò a sedere in un tavolo da sola, ma il Bianchetti (ancora lui)  fece la voce grossa: scelse a caso tre ragazzi e lì piazzò con lei. Il menù della cena era  “il solito delle gite scolastiche”. Delle merdose cotolettazze e vassoi di patatine fritte, belle unte. Quelli sbaffarono tutto compreso il dolce di gelato con sotto la macedonia di fragole.(forse erano finte).
Ore ventuno e trenta: risalita al piano. Raccomandazioni, cioè ordini del Bianchetti : ognuno prenda posto nella sua stanza, e a nessuno, dico nessuno, salti in mente di uscire dalla camera per spostarsi in quella dell’altro .Vi permettiamo di tenere le luci accese fino alle undici e poi dormite, che ne abbiamo tutti bisogno.
Noi insegnanti, prima di entrare nelle nostre camere, posizionammo quattro belle poltroncine comode, ognuna davanti alla propria stanza: ci sarebbero servite più tardi per la ronda...Entrai anch’io, mi docciai, disfeci i bagagli, indossai il pigiama a quadri scozzezi rossi e bianchi (sempre lo stesso in tutte le gite scolastiche) con sopra un golfino,-il tutto in mezzora di tempo come gli altri colleghi--ed uscii fuori sul corridoio. Il primo turno di guardia toccava a me e a Raffaella, la collega di matematica, il secondo a Bianchetti e a Battistoni. Ci eravamo munite, per non annoiarci, anche di qualche rivista. Silenzio di tomba…nessun rumore di parlottii o di risate. Bene-pensammo-il viaggio doveva averli stravolti. Passò mezz’ora, e sempre nessun rumore. La cosa cominciò a insospettirci…i nostri alunni non erano mai stati degli angioletti, anzi…Io mi alzai e mi portai in fondo al corridoio, dove erano situate ,giù per le scale le due famose camere…in effetti lì, qualche rumorino di musica si sentiva…Allora io e Raffa prendemmo la decisione : iniziammo dalla prima stanza. Aprimmo la porta.: dentro i letti c’erano sì, sagome di corpi, ma quando andammo a toccarli ci accorgemmo che altro non erano che dei vestiti messi sotto le lenzuola. Ci prese un colpo...entrammo subito nella seconda: lo scherzo era uguale:  a nanna con c’era nessuno, se non abiti sotto le coperte…entrammo nella terza, nella quarta, nella quinta : la cosa si ripeteva. Andai a bussare questa volt alla porta di Battistoni e gli spiegai il fatto. Ah sì ? Vengo subito io. Senz’altro si saranno rintanati tutti nelle camere di fondo.   Pattinammo su per il corridoio e aprimmo le due porte: in ognuna delle stanze c’erano più di venti alunni: avevano accatastato i letti uno sopra l’altro : uno di essi, aveva messo su la musica del cell, e altri tre,  tenendo acceso il display, facevano riflettere la luce sui muri a mo’ di luci psichiadelica…una gran figa discoteca..  gli altri a turno ballavano.
L’imperativo di Bianchetti-intervenuto anche lui, fui immediato e perentorio: si vestissero tutti, insegnanti compresi .Si andava giù sul porto per vedere una cosa interessante, una cosa magnifica…Ma prof, sta diluviando.  E allora ? prendetevi gli ombrelli.  Ci fu il casino più casino che mai! Nessuno voleva uscire, ma Bianchetti non mollò la presa: dava dieci minuti di tempo per prepararsi !
Anch’io pensai che quella, fosse pura follia, ma ubbidii. Una bella tuta da ginnastica, giacca impermeabile, pollacchino di lacca, speravo impermeabile anche quello, e foulard in testa. Ci ritrovammo tutti nella hall e ci mettemmo in marcia. L’albergo era sito in alto, e per raggiungere il porto, la nostra- cioè quella di Bianchetti- meta, avremmo dovuto zompettare per almeno un’ora, tutto in discesa. Un’impresa demenziale e balorda. Non ho parole per descrivere l’esodo scellerato. Prima scendemmo almeno centocinquanta gradini –più che gradini, era una scalinata-poi ci inoltrammo in una specie di forra, ovviamente non illuminata, con il terreno che era fango puro. Il tutto sotto un’acqua tremebonda e remenga. Io ero sotto l’ombrello di Antonio (cognome Bianchetti) e chiudevamo la fila, cioè il branco. Però la pioggia iniziava a straventare ed io cominciavo ad essere bagnata fradicia. Guardavo la turba di anime che ci precedevano, e a un certo punto mi prese la “ridarola”. Ridendo fino a singhiozzare, dissi al collega che mi sembrava di essere nel terzo girone dell’inferno dove i peccatori erano perennemente flagellati da turbini di tempesta…si mise a ridere anche lui. “Così imparano ‘sti bamba a fare i furbetti ! vedrai che dopo questa sana passeggiata si calmeranno e dormiranno sonni tranquilli!”” Ma come-dissi io-non ci hai fatto uscire per andare a vedere qualcosa di strabiliante ?  Vedrai, vedrai-mi rispose-.
Giunti in fondo alla forra, ci ritrovammo su una spiaggetta che noi dovevamo attraversare per poi raggiungere il molo. Non ho parole per dire quello che accadde. La sabbia si era imbombita d’acqua e noi ci impantanammo tutti fino a sopra le caviglie. I ragazzi cominciavano a diventare iracondi : che cazzo era venuto in mente al Bianchetti ? Riuscimmo infine a guadare la spiaggia per salire infine sopra il molo. Era lungo anche quello…e anch’io non riuscivo a capire dove andavamo a parare...Che ci fosse un monumento particolare giù in fondo ? forse la struttura di un faro ? Raggiungemmo la fine del molo, al chè, il capo branco urlò “Alt, portatevi vicino a me”. Ubbidirono tutti, me compresa. E adesso voglio proprio vedere cosa c’è da vedere-pensai dentro di me., “Bene ragazzi, vi ho condotto sino qui per farvi notare qualcosa di molto ,molto speciale. Abbassate gli sguardi sui grandi massi che sorreggono il molo. Sono di origine lavica. E sapete da dove provengono ? Dal Vesuvio, proprio dal Vesuvio. Ecco questo era quello che volevo farvi vedere.” Io non potevo crederci…cosa ? ci aveva fatto scarpinare e inzupparci d’acqua per vedere quella stronzata?! .Ma Antonio era proprio uno sciroccato, un balengo, un rincoglionito…-pensai dentro di me-e quando un gruppo di alunni gli gridò : Proff, vaffanbrodo…lui non si arrabbiò nemmeno…”E adesso si torna in albergo, avanti ragazzi “
Il ritorno completò l’opera di disfacimento…bagnati fino alle ossa e con gli ombrelli, che per il vento, si ribaltavano, arrivammo all’albergo arrancando. Entrammo nella hall...il guardiano che faceva il turno di notte, pensavo schiattasse lì sul momento...dai nostri vestiti grondava acqua da tutte le parti…davanti al banco si erano formate tante piccole pozzanghere…Pregò i ragazzi di lasciare gli ombrelli-quei pochi rimasti in salute- lì, in entrata, e per favore di togliersi le scarpe onde evitare ruscelli di acqua anche in ascensore. Nessuno osò contrastarlo.
Salimmo al piano ,,,nessuno, ma proprio nessuno, aveva la più pallida voglia di fiatare...tutti a riposo come gli agnellini. Anche perché il giorno dopo, la sveglia era fissata per le sette…e qual’era la meta ? Questa volta non le pietre laviche, bensì il Vesuvio in persona.

Ps: quella di come  far asciugare le scarpe di quegli imbesuiti che si erano portati dietro solo un solo paio di scarpe …è un’altra storia….

Nb: questo racconto è ovviamente…assolutamente vero. Risale all’anno 2009.

mercoledì 22 gennaio 2014

Sconti cinquanta per cento.




Mio marito doveva andare a Verona per un appuntamento di lavoro ed io -cosa che faccio raramente- gli chiesi di andare con lui .Erano incominciate le svendite e volevo approfittarne.Era la prima settimana di gennaio e gli sconti erano arrivati al trenta/cinquanta per cento.Meglio non perdere l'affare!.
Dunque a me servivano-si fa per dire-un golfino rosso-chissà perchè proprio rosso-una polo verde a maniche lunghe della Lacoste, taglia otto-mio marito è un pò cicciuto-"ma sono alto",si giustifica lui !- e un paio di mocassini di lacca. Erano le cinque di pomeriggio,e considerando che i negozi chiudono alle sette-sempre pm-non avevo moltissimo tempo a mia disposizione.Mi fiondai in ricognizione.Percorsi tutta via Mazzini,poi girai l'angolo e mi feci tutta via Cappello,dunque tornai indietro,attraversai piazza delle Erbe (sentii il profumo dei mitici bomboloni e mi dissi "dopo!")e poi mi mangiai tutta via Portoni Borsari,che adesso è molto meglio di Via Mazzini,che negli ultimi tempi è stata devastata da mille negozi franchising,tipo Intimissimi Tezenis,Benetton,Accessorize eccetera (eh bei tempi,quelli di Bruschi,Principe,Rossetti,).Avevo scarpinato per più di un'ora e potevo fare il punto della situazione: avevo individuato i negozi che facevano al caso mio.Le scarpe erano in vetrina della Tod's,il golfino al Duca d'Aosta,e la polo appunto alla Lacoste,tutto al cinquanta per cento.Non male !!
Andai a riguardarmi le scarpe,erano proprio quelle che volevo.Dunque mi ero trangugiata di nuovo tutta Via Portoni Borsari. Pensai di incominciare da lì,cioè dalla Tod's .Entrai nel negozio ,mi provai i mocassini.Erano perfettamente morbidi nonostante fossero di lacca.
Andai alla cassa,la commessa stragentile-ti credo coi tempi che corrono!-mi infilò le scarpe in una bellla busta marron ed io aprii il portafoglio.
Noooooooooooooo,non avevo con me il Bancomat......azzz.

NB: mio marito fu molto felice della mia sfi....Quel giorno la famigliola aveva risparmiato...li mortacci sui.

Altro che una fottutissima botta ! Seconda puntata



Altro che fottutissima botta !  Una botta straffottutissima !  Tanto straffottuta che mi sono fratturata il calcagno !  Il male non si attenuava,così dopo dieci ( sono sì o no, una demente ! ) merdosissimi giorni, ho preso la sublime decisione. Andare al Pronto Soccorso ! dove le lastre hanno rilevato appunto la frattura.
Così adesso con la mia zampetta ingessata fino al ginocchio, sono qui che rompo le palle a tutti (Sì perchè l'ortopedico mi ha tassativamente proibito di mettere giù il piede....ma io ho già trovato l'espediente: metto giù solo la punta..).Fattostà che devo zompettare con girello o stampelle. E con l'infame frenesia che posseggo,.come faccio a muovermi a ritmi così lenti? A parte il fatto che non potendo uscire,dipendo dagli altri.Per favore potete fare la spesa ? Per favori portate 'sta roba-la loro- in lavanderia ? Per favore potete andare alla posta a spedirmi 'sta raccomandata ? Per favore andate  dal calzolaio a ritirare le-vostre-
 scarpe ? Per favore potete andare in piazza a comprarmi i fiori? (in tutte le stagioni solo e sempre tulipani) Per favore potete andare a controllare se  hanno rimandato indietro aggiustata,anzi no,sostituita,la piastra scaldapane ?
Questi favori,fuori casa.
Mentre dentro casa invece: Per favore mi puoi sistemare la spesa in frigo ?  Per favore mi cerchi gli occhiali ? Per favore mi chiami sul cell,così so dove si cacciato ?  Per favore mi sparecchi la tavola ? Per favore mi porti un bicchiere d'acqua ? Per favore mi raccogli il tagliacarte che mi è caduto ? ...Altro che rompere le palle...spacco letteralmente i coglioni. A tutti..Che cercano di girarmi al largo per non dover soddisfare le mie-sacrosante-  richieste.
L'unica persona educata e servizievole rimane però sempre il mio maritonzolo..Non mi dice quasi mai di no.Salvo qualche frequentissima eccezione..............
Ecchecazz... ci mancherebbe altro ! Io l'ho accudito amorevolemte per trentacinque anni ,....

giovedì 16 gennaio 2014

Non stelle.. .stellazze.. Prima puntata.

Non stelle.. .stellazze.. Prima puntata.

Tre giorni fa, mi ero messa in mente di alzare un quadro che sta in bagno, cioè di spostarlo un po’ più sopra, perché mi sembrava che esteticamente potesse star meglio. Quindi mi attrezzai con martello, chiodo e pinza-per togliere  quello precedente- nonchè con stucco per tappare il buco. Ma anziché prendere una degnosissima scala, salii in piedi sul bordo della vasca, Così acceleravo i tempi. Compii l’operazione in quattro minuti e mezzo, ma girandomi per scendere dal bordo della suddetta vasca, misi un piede in fallo, così fui costretta a balzare giù buttando tutto il peso su una gamba sola. Vidi le stelle, anzi le stellazze. Mi massaggiai ben bene il tallone, ma il dolore aumentava. Mi aggrappai al lavandino e cercai di alzarmi. Niente da fare, non riuscivo proprio a rizzarmi.  Mi misi a gattoni, raggiunsi il soggiorno e mi posizionai sul divano in attesa di un salvatore.  Dopo mezzora-ma a me erano sembrate tre  di ore-arrivò mio marito, che si incazzò subito come una belva, perché quelle cose non si fanno. ,Ma chi credi di essere ? non hai più ventanni, potevi prendere una scala no ? Vabbè, io non fiatai anche perché il male era aumentato e accettai molto volentieri che mi “visitasse ”  il piede. Secondo lui non c’era nessuna frattura, perché altrimenti si sarebbe già gonfiato. Era solo una gran bella fottutissima botta. Mi applicò il lasonil e mi ordinò categoricamente di non muovermi. Poi riempì di ghiaccio l’apposita boule dove io ci cacciai sopra il piede.
Era l’ora di cena, ma quella sera era andata bene alla famigliola : le patate erano già lessate e in forno erano già stati preparati in teglia dei branzini da gratinare : bastava accendere il forno. Fui portata al tavolo, con il piede sempre posizionato sul ghiaccio. E fin qui tutto bene,.!
Ma il dopo ? Chi faceva la cucina ? Fui spostata quindi in tal loco per sovraintendere alle operazioni. Beh qualche consiglioaiutino per la caricare la lavastoviglie fu necessario. I piatti fondi vanno davanti, quelli piani dietro, le zuppiere a lato, però pure quelle in piedi, i bicchieri al piano sopra ,come pure i mestoli, i contenitori della frigoverre e i  coperchi. Per le posate no problem, riuscirebbe a farlo anche un cieco, basta metterle tutte allineate al primo piano. E le pentole ? No quelle vanno lavate a mano. Per favore mettiti un grembiule. No, mi fa schifo, mi sembra di essere un filippino E chi se ne frega ? poi sono io che ti lavo i maglioni ! Va bene, ma che detersivo prendo ? No quella è ammoniaca tesoro, non lo senti dall’odore ? vicino c’è il Last piatti. Va bene, ma quanto ne metto ? Quello che serve. E a lui  è sembrato ne servisse un bicchiere ! Perciò per far sparire tutto quella schiuma ci saranno voluti almeno cento litri di acqua e quattro parolacce da parte sua perché secondo lui dovevo cambiare detersivo !.(quello faceva troppa schiuma…)
E poi cosa devo fare ? Passare il fornello con lo Shante Claire (potentissimo sgrassatore). Io nel frattempo avevo risposto a una telefonata. Ok , tutto fatto ! Ah sì ? Ma non hai ripassato le superfici la seconda volta per risciacquare.  
Scusa adesso ci sarebbe da dare una  passatina al pavimento con lo straccio, perché mi pare ci sia qualche goccia di detersivo davanti al lavello e se ci cammini sopra mi porti sul cotto del soggiorno quel cick ciak... Si recò ,si fa per dire perché è confinante con la cucina, in lavanderia e prese lo straccio che ovviamente era lindo,(perché io quando lo depongo nel secchio, prima lo risciacquo), e  diede una pulita al pavimento. Poi ritornò in lavanderia e zac, buttò velocissimamente la pezza al suo posto. Io era appostata sempre i cucina e prevedevo la cosa.  Cosa ho fatto ? Non hai lavato lo straccio ! E chi te l’ha detto ? Io . E’ vero o no ? 
Scusa, ma come ultima cosa ci sarebbe da aspirare le briciole sul tappeto davanti al divano, briciole di crackers che hai fatto oggi tu tesoro, mentre guardavi la tele . Ma è proprio necessario ? Penso di sì. Io intanto, stando sempre in postazione-cucina risposi a un’altra telefonata. Quando misi giù la cornetta, lui mi informò subito: Ok, già fatto ! Ah si ? 
 Portami lì sul divano per favore. Mi accomodai e alzai il tappeto: l’infame vi aveva spazzato con le mani  le briciole sotto..
Poi scoppiammo in un risata fragorosa, risata fino al singhiozzo..Ci sentivamo tanto una brutta (o bella ?) coppia di quei due rincoglioniti di Vianello …( pace all'anima loro )
       

 PS Io sto ancora zoppettando- in casa naturalmente- col girello recuperato presso la nonna della mia    amica, mentre il mio maritonzolo è diventato un quasi perfetto filippino...solo quasi però !
  









mercoledì 8 gennaio 2014

Un lunedì.

Un lunedì.

Ho parcheggiato  la macchina in un posto dove non c'era posto e cioè a cavallo di un aiuola e quasi dentro a un cespuglio ...ho preso la valigetta dei libri più borsa contenente i compiti che non ci stavano nella suddetta e sono entrata sparata, anzi sparatissima dalla porta della scuola. Ho saltato a piè pari i bidelli di vedetta in portineria che quando beccano un pof è finita , per lui voglio dire,perchè hanno sempre da farti firmare le comunicazioni più furibonde, tipo che il giovedì successivo c'è l'incontro con il mediatore linguistico di lingua cinese.Cinese !? C'è qualcuno che vuole aderire ? naturalmente nessuno, ma bisogna firmare lo stesso per "presa visione".Oppure che quel farlocco collegio docenti scorso è stato riaggiornato per il pomeriggio.Cè qualche mentecatto che vuole aderire ? Qui c'è poco da discutere : tutti devono aderire.e tutti ma proprio tuttissimi, devono firmare "per presa visione". Quindi quatta quatta ,dato che sono leggermente in ritardo,di due minuti ? di tre minuti ? fottutissimo quell'orologio che suona sempre in anticipo o forse è il mio che segna in ritardo ?,salgo le due rampe di scale mangiandomi  i  gradini a due a due e meno male che non mi vede nessuno,perchè sono tutti già in classe ed io mi vergognerei farmi vedere o meglio farmi sentire' col fiatone. Supero il ceck point della Pia supermiticabidella  del primo piano, scala A , che per l'ennesima volta ti dice:  la sua classe prof,  la sua classe prof,  ieri ha lasciato l'aula piena di merdosissime cartine per terra e poi anche i libri sotto i banchi....e sono stata clemente che non glieli ho ritirati,perchè altrimenti il Berti e l'Andreoli si beccavano la terza multa in questo mese...,superata questa barriera- dicevo-mi affretto, anzi pattino su per il corridoio e finalmente riesco a fiondarmi in prima F.E cosa trovo ? la solita orda di fanciulli e fanciulle ,quelli più coglionazzi ,assiepati alla cattedra pronti con le giustificazioni più sciroccate del lunedì ..Sì, perchè quel giorno è lunedì e il lunedì è il giorno più cazzuto della settimana per gli studenti (ma anche per noi insegnanti se è per quello)....
-Prof io oggi dovevo essere interrogato in storia, ma mia mamma non ha sentito la sveglia e così non mi ha chiamato per ripassare e così non sono pronto.Mi sposta l'interrogazione prof ?
-Ah sì ?
-Prof io i compiti li ho fatti glielo giuro,ma sono rimasti a casa di mio papà, perchè domenica era il turno di mia mamma..e quando gli ho telefonato per dirglielo lui mi ha detto che non me li portava perchè mi stava giusto bene che prendessi una nota per colpa di mia mamma- sua ex moglie che aveva voluto separarsi-
-Ah sì ?
-Prof io invece li  ho dimenticati nella macchina di mia mamma, perchè non mi sono ricordato che oggi era il turno di mio papà e mi ha portato a scuola lui.
-Ah sì ?
-Prof io il tema l'avevo fatto, eccome se l'avevo fatto,lo può chiedere a mio fratello che mi ha aiutato ma adesso non lo trovo più.
E ti credo-dice una vocina angiolesca dal fondo della classe-l'hai fatto sul mio quaderno...ecco di chi era la scrittura...
-Prof io non l'ho proprio fatto, perchè non sapevo cosa scrivere perchè col titolo "Le cose che più spesso i genitori vi rimproverano",io di cose ne avevo da dire troppe e così ci ho rinunciato .

Ah sì ?
Bene ragazzi- parlo finalmente io-ed ora incominciamo la lezione.Tirate fuori il testo di grammatica. Facciamo per prima la materia che più vi pesa-si fa per dire- perchè alle mie dolcissime creature tutte le materie pesano più di un quintale e mezzo-.
E così ho aperto la mia valigetta e ho preso il testo.
toc toc
-Sì ? entri pure.Era l'intermediaria linguistica che veniva a portarsi via- nel senso che lei ha un'aula speciale- i due ragazzini che non conoscono la lingua italiana e cioè un cinesino e un bielorusso...
toc toc
-Sì ? entri pure.Era 'insegnante di sostegno che era venuta a portarsi via- perchè pure lei ha un'aula speciale- i due ragazzini con difficoltà di apprendimento..
E ritoc
-Sì, ? si accomodi pure.Era l'insegnante di appoggio allo studente pakistano cieco che ha bisogno che le lezioni siano scritte tutte in braille..
E ritoc   Era la Piabidella che veniva a prendere le presenze alla mensa..
.......... così iniziava la prima ora di tutti i santi,strasanti lunedì....

PS : questo è un pezzo pubblicato l'anno scorso,ma lo ripropongo perchè mi piace.

domenica 5 gennaio 2014

La scortista


Lei di manie ne ha tante, ma la più imperiosa è una sola : quella di fare scorte.
Scorte di tutto. Come se dovesse scoppiare la terza guerra mondiale da un momento all’altro.
Perciò la sua missione furibonda quotidiana è quella di controllare depliant del Poli, della Coop, della Lidl, dell’Orvea-per scorte alimentari- dell’Upim ,dei Magazzini Malfer,della Benetton,e di Intimissimi-per scorte vestiarie.  Naturalmente solo mutande magliette, calzini e babbucce e tute da ginnastica., Perché per la guerra non servono vestiti !
Ci sono offerte speciali ,anzi specialissime di pelati Cirio ? Via con l’acquisto di 85 vasetti di pomodoro. Ci sono offerte di tonno Maruzzella ? Via con 65 scatolette di tonno. Ci sono offerte di pasta Barilla ? Via con 175 pacchetti di pasta. Ci sono offerte di  borlotti Montebello?  Via con 55 barattoli di fagioli.(Ha la mania del 5 chissaperchè) E così con biscotti Oro Saiwa,  fette biscottate del Mulino Bianco, cetrioli della Zuccato, con capperi, con maionese, caffè ,zucchero, sale, olio di oliva e di semi ,farina bianca e quella per polenta, budini, cioccolata, marmellata, eccetera eccetera.
Generi alimentari,- di primissima necessità come dice lei,- che  stiva forsennatamente nel bagagliaio della sua Tipo, e quando quello è debordante, incomincia ad occupare il sedile dietro e poi quello davanti. Anzi  per far meglio ha fatto togliere perfino quest’ultimo, così c’è più spazio ! Poi tocca a suo marito incazzato nero, scaricare tutta ‘sta fottutissima merce, e portarla in casa. Anzi no, in cantina, non in casa perché quella è già rigurgitante di generi alimentari –Ha comprato perfino il secondo frigo-. Riguardo alla biancheria invece i sacchetti di mutande, magliette e calzini, occupano poco posto, così li ripone religiosamente in scatole fiorate che custodisce sotto il letto.
E poi ci sono le medicine .Come si fa a stare in guerra senza le medicine ? Quindi via con aspirine,tachipirine,toreadol,voltaren,buscopan,ratacand,orudis,levoxacin,moment,pulmilene,spasmodil,
pasaden,  spasmomen,  enterogermina, plasil e pure il sanax. Non si sa mai che durante un bombardamento aereo le venga un attacco di panico. Quindi cerotti, bende, fasce, eccetera  eccetera. Ma su quelle non ci sono gli sconti. E allora ci deve pagare il tichet !
E  la sua mania diventa compulsiva con il contenuto sbarluccicante delle vetrine di Lorenzi, negozio di oggetti da regalo di Rovereto, subito dopo Natale. Perchè il suddetto ,passate le feste, c omincia a fare le svendite. E allora via con lampade,  corone portacandele, tazze ricordo, vasi portafiori, angioletti,  Babbi Natalini vari, eccetera eccetera. Ma quelli non vengono portati in cantina, bensì messi in bella mostra sopra i mobili di casa, che diventano a sua volta delle vetrine tremebonde.Tra questi oggetti, il più fuor di testa  è una fontanella di pietra con dentro dei pesciolini rossi. Ebbene lei si aggiudicò anche quella e se la piazzò rigorosamente in bagno ! Facendo incazzare ancor di più suo marito, perché quando apre la porta ci va a sbattere sistematicamente contro.
Lei di professione fa  la prof di inglese, e i suoi alunni l’adorano. Perché è precisa, possiede un’ottima pronuncia, è autorevole  ma nello stesso tempo comprensiva. A parte quando le sue creature le fanno girano i coglioni …allora va giù di brutto con prove, provette e interrogazioni a razzo.!  E’ forte nei detti inglesi, uno l’ho imparato anch’io : it rains dogs und cats (piove a catinelle). Mi ricordo di un fatto  accaduto molti anni fa .Io ero arrivata da poco alle Scipio Sighele, e prima della festa dei Morti, in entrata  della scuola trovai una grande zucca, in cui erano ritagliati gli occhi, la bocca e il naso. E dentro vi era posizionata una candela accesa ! Io chiesi subito ai bidelli chi era quel mentecatto che si era permesso di creare quella stronzata, e loro mi risposero che era stata la prof di inglese…così scoprii che in GranBretagna  si festeggiava  Hallowin ! (ma chi era ‘sto Hallowin?).
Quando si doveva uscire poi per una cena “socializzante” della scuola, lei che solitamente si vestiva in modo sobrio, oserei dire monacale, si agghindava come una sgarzellina in a fashion way  :
calze nere con strass, tacchi a spillo, maglietta scollacciata,  bagno di profumo Just Cavalli…lasciando tutti a bocca aperta.
Ma il mese scorso, suo figlio Amedeo, ha messo su casa con la sua morosa e se ne è andato via. La prof ne ha fatto una tragedia,,ma poi ci ha riflettuto ben bene...ciò significava che nell'appartamento si sarebbe liberarata una stanza....quello che ci voleva per stivarci nuove scorte !!!!
E si fregò le mani.... 
Adesso potevano venire anche due guerre...lei era pronta.

Nb: questa è la storia vera di una mia collega .Lei insegna ancora.